Marsilio: “A sinistra non riescono a condividere un palco, figurarsi formare una giunta”

6 Mar 2024 9:48 - di Agnese Russo
marsilio

Il tanto sbandierato “effetto Sardegna” Marco Marsilio lo liquida con una battuta: “L’unica sarda che temo è mia moglie, non certo la Todde”. E c’è, in questa frase del governatore uscente e ricandidato dell’Abruzzo, altro da quello che vorrebbe certa narrazione: non la voglia di allontanare spettri o la volontà di ridimensionare – ammesso che ce ne sia bisogno – il risultato elettorale sardo, ma il rispetto per l’elettorato che da sempre è un faro per la destra. “I cittadini – ha ricordato Marsilio – sono adulti e votano giudicando e scegliendo secondo il bene del proprio territorio. Difficile pensare che qualcuno voti in Abruzzo pensando alla Sardegna”. Quel voto, ha proseguito, “ha solo eccitato in maniera a volte eccessiva il campo avverso. Però qualcuno, venuto in Abruzzo pensando di dare qualche spallata, si sta accorgendo della realtà”.

Marsilio: “L’unica sarda che temo è mia moglie”

Dunque, per lui questo scorcio di campagna elettorale è andato avanti come sempre, guardando esclusivamente al territorio e ai suoi cittadini. “L’affetto del mio popolo, della mia gente. E di mia moglie che mi segue come un’ombra” è stata la “parte migliore” di queste settimane in vista del voto, ha sottolineato Marsilio in un’intervista al Tempo, spiegando che invece la peggiore sono state “le menzogne sul piano personale”. “Solo oggi (ieri ndr) – ha raccontato a Pietro De Leo, che firma il colloquio – di prima mattina mi sono dovuto premurare di dare mandato ai miei legali di fare un altro po’ di querele in sede civile perché qualcuno, su quotidiani nazionali, inventa problemi giudiziari che non ho mai avuto. In vita mia non sono mai stato neanche indagato. Oppure c’è il racconto grottesco di un Presidente che sta sempre a casa sua a Roma e non vede mai l’Abruzzo. Siamo alla demonizzazione dell’avversario, ad una macchina del fango sperando che tutto ciò possa spostare quei 20-30 mila voti che qualcuno pensa possano essere decisivi”.

L’operazione verità sulla Roma-Pescara: colpa di Conte e Draghi se è slittata

Marsilio quindi ha anche smontato le bufale della sinistra sulla Roma-Pescara come aiutino elettorale arrivato da Roma proprio a ridosso del voto. “La ferrovia Roma-Pescara non ha potuto purtroppo, utilizzare i fondi del Pnrr perché i governi Conte e Draghi che gestirono questo dossier in precedenza hanno perso tempo, fatto arrivare tardi i permessi, concluso tardi le progettazioni. Quando il governo Meloni ha fatto la “check list”, RFI ha dovuto ammettere che non era più in grado di rispettare i tempi del Pnrr. Per questo motivo – ha chiarito – è uscita dall’orbita di quel finanziamento. A quel punto, le opzioni erano due: o lasciarla morire o impegnarsi per rifinanziarla. Nove mesi fa, è stata fatta la seconda scelta. Abbiamo compiuto il nostro dovere”.

“La sinistra non riesce a condividere un palco, come può formare una giunta o votare le delibere?”

Un’altra operazione verità sollecitata dalle domande riguarda i rapporti interni al centrosinistra e tra i suoi vertici e il candidato Luciano D’Amico. Marsilio ha chiarito che il racconto di un D’Amico che si è voluto smarcare “è sbagliato”. “Sono due mesi che Schlein, Conte e gli altri stanno a braccetto con il mio avversario, se lo coccolano, se lo portano al seguito. Il problema è che dall’altra parte non si sopportano tra loro e non possono dividere un palco insieme. L’unica cosa che li unisce è la sete di potere. Secondo lei, chi non riesce a condividere un palco può riuscire a formare una giunta e votare insieme le delibere?”, ha chiesto l’esponente di FdI, che ieri invece ha avuto al proprio fianco per il comizio elettorale di chiusura della campagna elettorale tutti i vertici del centrodestra.

Marsilio: “Caso dossier inquietante, fa pensare a obiettivi reconditi”

Infine, un passaggio sul caso dossieraggi. “Non saprei quanto possa incidere” sulla campagna elettorale, ha ammesso l’esponente di FdI, sottolineando che “è inquietante scoprire che gran parte dei ‘dossierati’ facciano parte della classe dirigente vecchia e nuova del centrodestra. Come se ci fosse qualche oscuro centro di potere che, preoccupato dal ricambio politico e per le scelte democratiche dei cittadini, andasse cercando chissà quali scheletri nell’armadio, chissà con quale recondito obiettivo. In ogni caso – ha concluso Marsilio – la magistratura farà la il suo dovere”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *