Istat, con le misure del governo Meloni diminuisce il rischio povertà in Italia: i dati
Una buona notizia. L’ultimo rapporto Istat sulla povertà registra un miglioramento complessivo della situazione italiana nel 2023. Il rischio di povertà è diminuito di oltre un punto percentuale, passando dal 20 per cento del 2022 al 18.8 per cento del 2023. L’istituto spiega inoltre nel suo report che “l’esonero parziale dei contributi previdenziali in vigore nel 2023 comporta un miglioramento dei redditi disponibili per circa 11 milioni di famiglie”. Grazie alle modifiche al sistema di tasse e benefici introdotte dal governo Meloni nel corso dell’anno il rischio di povertà è diminuito e un miglioramento, sia pure minimo, si è registrato anche nella percezione della diseguaglianza, che è passata dal 31.9% al 31.7%.
FdI: “Le misure economiche del governo Meloni funzionano”
Un altro dato positivo accompagna le scelte dell’esecutivo: dai dati Inps sull’aumento dell’occupazione alla promozione da parte delle agenzie di rating; dal trend positivo (da quattro mesi) del reddito delle famiglie alla frenata dell’inflazione. Il report è accolto con soddisfazione da parte del sottosegretario all’Economia e Finanze Lucia Albano di Fratelli d’Italia. “L’Istat certifica che grazie alle misure economiche introdotte dal Governo Meloni è diminuito il rischio di povertà in Italia. In un contesto geopolitico mutevole e complesso, sostenere le fasce più deboli della popolazione è stata la ratio alla base delle politiche adottate nel 2023. E siamo soddisfatti che l’Istat abbia certificato l’efficacia dell’azione di governo”.
Lo spread è al minimo da gennaio 2022
Un dato che non viaggia da solo: “Questo dato prosegue Albano- si accompagna ad una serie di altri indicatori macroeconomici positivi pervenuti negli ultimi giorni. Le famiglie italiane, secondo dati del sindacato dei bancari Fabi, nel 2023 hanno aumentato la loro ricchezza finanziaria; decidendo di premiare la serietà e la prudenza del governo Meloni investendo in titolo di Stato”. La terza emissione dei BTp Valore infatti è stata un successo: “/Un record, con oltre 650mila sottoscrizioni e un importo complessivo di 18,3 miliardi. Infine, è notizia di oggi l’apertura dello spread a 138 punti base: il livello minimo da gennaio 2022. Sono risultati che ci incoraggiano a proseguire su questa strada con determinazione”.
Dall’assegno unico e universale aumento medio di +719 euro annui
Tornando ai dati sulla povertà, l’Istat informa che la quasi totalità delle famiglie che percepisce l’assegno unico e universale per i figli a carico (92,3%) ottiene dalle modifiche entrate in vigore nel 2023, incluso l’aggiornamento automatico al costo della vita di soglie e importi, un aumento medio, rispetto all’assegno ricevuto nel corso del 2022, di 719 euro annui. Dal punto di vista distributivo, sono le famiglie che appartengono ai due quinti più poveri quelle che sperimentano un maggiore aumento relativo (una variazione sul reddito familiare rispettivamente del 3,6% e del 2,2%). Una quota contenuta di famiglie (7,7% delle famiglie destinatarie dell’assegno) sperimenta, invece, un peggioramento dei redditi rispetto al 2022. Tale perdita è riconducibile sia alla riduzione delle compensazioni temporanee per l’assegno unico ai 2/3 dell’importo, sia al fatto che nel 2022 erano ancora in vigore, seppure solo per i primi due mesi, le detrazioni per i figli a carico, l’assegno al nucleo familiare e l’assegno temporaneo, misure che nel loro insieme riguardavano una più ampia platea di famiglie.