In ricordo di Marco Cochi: oggi la messa nella Basilica di San Pietro e Paolo

19 Mar 2024 15:05 - di Redazione
marco cochi

Un mese fa se ne andava prematuramente Marco Cochi, giornalista, docente universitario, esperto di prim’ordine di geopolitica, con una competenza sull’Africa pari a quella di pochi altri a livello nazionale ed europeo. Ma Cochi era soprattutto, per chi l’ha conosciuto, un uomo non ordinario, appassionato nella vita come nella professione. Uno spirito indomito e non convenzionale, i cui interessi coprivano un arco enorme, dalla politica, che lo ho visto militante a destra, al calcio, rispetto al quale lo animava una solida fede biancoazzurra.

Per ricordarlo oggi alle 18, in occasione del trigesimo, si terrà una messa nella basilica di San Pietro e Paolo all’Eur, la stessa in cui il 20 febbraio è stato celebrato un funerale che ha dato la misura di quanto e come Cochi fosse amato e rispettato. Più di mille persone hanno partecipato alle esequie, per essere vicini alla famiglia – la moglie Barbara e i fratelli Alessandro e Fabio in primis – e per portare il saluto dei tanti mondi cui era appartenuto nei suoi sessant’anni di vita.

“Si è sempre rapportato agli altri con umiltà e rispetto, anche nei confronti di chi non ne sapeva o voleva valorizzare i meriti, penalizzandolo spesso a causa delle sue scelte politiche e del suo rigoroso modo di essere che non accettava mai compromessi. Avrebbe avuto ancora molto da dare ma un male crudele ce lo ha portato via. La sua anima pura è volata verso lidi sconosciuti”, è stato il ricordo dell’Asi, che in Cochi aveva un fervido collaboratore per la rivista Primato. Ugualmente lo ha voluto ricordare la rivista Nigrizia, specializzata su fatti africani, che ha sottolineato come Cochi abbia lasciato “il ricordo, tra i giornalisti e gli addetti del mondo universitario che lo conoscevano, di un professionista serio, sempre informato e appassionato del mestiere che faceva”. E, ancora, lo striscione della curva, “Il tuo sorriso e quello degli amici di sempre non morirà mai”, e quello affisso sul ponte nei pressi del Colosseo: “Il tuo sorriso per l’eternità. Ciao Marco, figlio di Roma”.

“Eravate tantissimi e ‘belli come il sole’, proprio come avrebbe detto lui. Avete sicuramente reso orgoglioso Marco, che molti di voi ben hanno conosciuto e apprezzato. Mi sembra doveroso farlo e ribadire quindi tutto il nostro apprezzamento e gratitudine, ad un mese preciso dalla sua dipartita”, ha scritto oggi il fratello Alessandro sulla sua pagina Facebook, ringraziando quanti hanno preso parte al funerale. “Come poche altre volte si può dire che vi sia stata una gran parte di Roma e non solo, pur se ad un evento che lascia un gran vuoto alla maggior parte di noi”, ha concluso Alessandro Cochi, alle cui parole affidiamo il ricordo più vivido di Marco: “Sempre pronto a evitare ciò che è convenzionale, così come ad accettare sfide nuove in età diverse, distinguendosi con costanza per dignità e coraggio. Esempio di intelligenza e di dedizione allo studio, capace di pensieri profondi ma anche di quelli leggeri, comunque trasformati prima in conoscenza e poi in azione. Non sempre facile da comprendere dall’esterno, come accade spesso agli uomini al di sopra dell’ordinario, riusciva a essere lucido in ogni occasione senza mai perdere l’umiltà. Sapeva ben pesare l’Amicizia e attribuire il giusto valore alle cose del mondo, diventando negli anni un punto di riferimento per molti. Mai retorico, scontato o banale, per indole innata dalla parte dei più deboli, fossero essi una parte politica, gli indiani d’America o i popoli dell’Africa. Per sempre orgogliosi di Marco!“.

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