In ricordo di Marco Cochi: oggi la messa nella Basilica di San Pietro e Paolo
Un mese fa se ne andava prematuramente Marco Cochi, giornalista, docente universitario, esperto di prim’ordine di geopolitica, con una competenza sull’Africa pari a quella di pochi altri a livello nazionale ed europeo. Ma Cochi era soprattutto, per chi l’ha conosciuto, un uomo non ordinario, appassionato nella vita come nella professione. Uno spirito indomito e non convenzionale, i cui interessi coprivano un arco enorme, dalla politica, che lo ho visto militante a destra, al calcio, rispetto al quale lo animava una solida fede biancoazzurra.
Per ricordarlo oggi alle 18, in occasione del trigesimo, si terrà una messa nella basilica di San Pietro e Paolo all’Eur, la stessa in cui il 20 febbraio è stato celebrato un funerale che ha dato la misura di quanto e come Cochi fosse amato e rispettato. Più di mille persone hanno partecipato alle esequie, per essere vicini alla famiglia – la moglie Barbara e i fratelli Alessandro e Fabio in primis – e per portare il saluto dei tanti mondi cui era appartenuto nei suoi sessant’anni di vita.
“Si è sempre rapportato agli altri con umiltà e rispetto, anche nei confronti di chi non ne sapeva o voleva valorizzare i meriti, penalizzandolo spesso a causa delle sue scelte politiche e del suo rigoroso modo di essere che non accettava mai compromessi. Avrebbe avuto ancora molto da dare ma un male crudele ce lo ha portato via. La sua anima pura è volata verso lidi sconosciuti”, è stato il ricordo dell’Asi, che in Cochi aveva un fervido collaboratore per la rivista Primato. Ugualmente lo ha voluto ricordare la rivista Nigrizia, specializzata su fatti africani, che ha sottolineato come Cochi abbia lasciato “il ricordo, tra i giornalisti e gli addetti del mondo universitario che lo conoscevano, di un professionista serio, sempre informato e appassionato del mestiere che faceva”. E, ancora, lo striscione della curva, “Il tuo sorriso e quello degli amici di sempre non morirà mai”, e quello affisso sul ponte nei pressi del Colosseo: “Il tuo sorriso per l’eternità. Ciao Marco, figlio di Roma”.