Immigrato rapinatore cambia 41 nomi per non farsi espellere. E il giudice lo libera…

13 Mar 2024 10:29 - di Marta Lima

L’ingegnoso Nadir Athmane Iftene (nome ancora da verifcare…), immigrato, cittadino algerino di 47 anni (e 41 nomi…), rapinatore come attività principale, aveva progettato un sistema affidabile per non essere espulso dall’Italia: dopo aver compiuto reati, al momento di essere identificato e cacciato, forniva un nome diverso. Non uno, 41. Fino al punto che la sua difficile identificazione ha convinto i giudici della Cassazione a liberarlo. Nell’edizione milanese del Corriere della Sera si racconta dell’algerino, specializzato nella tecnica della “ruota bucata”, che dopo essere stato arrestato, nel 2018 riceve un ordine di lasciare l’Italia entro sette giorni, ma lui se ne frega, resta e inizia la pratica per l’espulsione coatta, nel 2022. Il 27 maggio il giudice di pace di Torino convalida il trattenimento nel Cpr. L’11 giugno la Questura chiede l’assistenza del consolato dell’Algeria. Poi proroga il trattenimento. A quel punto il cittadino algerino si rivolge alla Cassazione. Che fa notare che il giudice di pace ha soltanto detto che lui non ha fatto ricorso contro l’espulsione, senza accertare la correttezza dell’atto. Per questo la convalida viene annullata senza rinvio. E’ impossibile accertare la nazionalità, il giudice rileva una “grave difficoltà” nell’accertamento dell’identità e la Cassazione annulla di nuovo senza invio perché la motivazione va esplicitata.

In tutto, ricostruisce il Corriere, l’algerino avrebbe utilizzato 41 alias. “L’11 giugno la questura chiede assistenza al consolato di Algeria. E il 20 giugno, dato che i documenti non ci sono ancora, chiede una proroga della permanenza nel Cpr, sempre in attesa di identificazione certa. Il giudice di pace convalida anche questa richiesta. Qui parte il ricorso del trattenuto: dato che il soggiorno in un Cpr implica una privazione della libertà personale, per tutti gli atti va verificata la legittimità. Ecco, nella convalida, il giudice di pace si è limitato a dire che contro il decreto di espulsione l’uomo non aveva fatto ricorso, ma senza spiegare di aver accertato la correttezza dell’atto. Per questo la convalida è stata annullata senza rinvio dalla Cassazione…”, racconta il Corriere della Sera.

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