Il governo gioca d’anticipo contro il Fentanyl, la droga degli zombie. Meloni: “Ne siamo molto fieri”

12 Mar 2024 14:34 - di Annamaria Gravino
fentanyl

Sarà immediatamente operativo il piano di prevenzione nazionale contro, il Fentanyl, la “droga degli zombie”, che negli Usa nel 2022 ha fatto oltre 100mila morti. Perché se è vero che in Italia non esiste ancora un’emergenza, è altamente probabile che questa diversa forma di “pandemia” – come l’ha definita il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – possa arrivare in futuro a contagiare anche i nostri ragazzi. E qualche segnale in questo senso arriva già da Portogallo e Gran Bretagna, dove sono stati registrati casi di produzione e di utilizzo. Per questo, alla luce degli effetti “devastanti” di questo oppioide sintetico, il governo ha deciso di giocare d’anticipo con il Piano presentato oggi a Palazzo Chigi.

Il governo gioca d’anticipo contro il Fentanyl, la “droga degli zombie”

Dunque, quella lanciata da Mantovano, che ha la delega alle politiche antidroga insieme a quella sui Servizi, è una strategia che assume a monito ciò che avviene altrove, specie negli Usa, dove si è registrata una progressione allarmante dell’uso come stupefacente di questo farmaco che è dalle 50 alle 100 volte più potente della morfina: nel 2020 i morti sono stati 68mila, passati a 80mila nel 2021 fino ad arrivare ai 100mila del 2022. Ancora più allarmante del Fentanyl, poi, sono i suoi nuovi derivati di sintesi, sviluppati nei laboratori clandestini, che possono arrivare a essere “fino a 100mila volte più potenti della morfina”, ha spiegato la presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi, che ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione del Piano di prevenzione insieme, oltre che a Mantovano, ai ministri della Salute, Orazio Schillaci, dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e dello Sport e Giovani, Andrea Abodi.

Meloni: “La lotta alla droga è per noi priorità assoluta. Molto fieri di questo Piano di prevenzione”

“Siamo fieri che l’Italia sia una delle primissime Nazioni in Europa ad adottare un piano molto articolato di prevenzione contro l’uso improprio del Fentanyl e degli altri oppioidi sintetici”, ha commentato con una nota Giorgia Meloni, ricordando che “il Fentanyl, la cui diffusione ha provocato negli Stati Uniti una vera e propria emergenza, è un analgesico molto potente che può avere effetti devastanti su chi lo assume per scopi diversi da quelli sanitari. Sono sufficienti, infatti, appena 3 milligrammi della sostanza per uccidere una persona”. “La parola d’ordine del governo – ha proseguito il premier – è prevenzione. Principio che ispira il nostro piano d’intervento per scongiurare la diffusione del Fentanyl sul territorio nazionale e sensibilizzare i cittadini, in particolare le giovani generazioni, sulla pericolosità della sostanza”. “La lotta alla droga e a tutte le dipendenze patologiche è una priorità assoluta di questo governo e in questa direzione continueremo a lavorare, senza sosta e con determinazione”, ha concluso Meloni, ringraziando Mantovano e tutti i ministri “che hanno elaborato il Piano e che hanno predisposto azioni concrete e interventi mirati”.

Una strategia unitaria, dal contrasto ai traffici alla sensibilizzazione

Al Piano partecipano tutto il governo, con alcuni ministeri che per competenze sono in prima fila, i soggetti attivi nel contrasto ai traffici di droga, come la Direzione nazionale antimafia, e le realtà attive nel settore delle tossicodipendenze. L’intenzione è quella di promuove un’azione che coinvolga l’intera società italiana, comprese le famiglie, con una strategia unica, che possa rendere davvero efficaci gli interventi. La sfida, oltre che evitare i traffici delle sostanze prodotte illegalmente, è anche quella di salvaguardare gli usi medici del Fentalyn distribuito sul mercato legale dagli usi illeciti, monitorando i primi anche per contrastare i secondi. Il Fentanyl, infatti, prima che droga è farmaco essenziale in contesti clinici come quelli delle anestesie e della terapia del dolore, per esempio, nelle malattie oncologiche. “Il consumo sempre maggiore all’estero, la possibilità di reperirlo senza grandi difficoltà, il fatto che anche dosi estremamente esigue possano essere potenzialmente letali, impongono l’adozione di strategie per prevenire e contrastarne il consumo personale, la distribuzione e lo spaccio sul territorio”, ha spiegato Schillaci, parlando dell’uso distorto del Fentanyl come di un potenziale “pericolo per la tutela e la salvaguardia della salute pubblica”.

La necessità di salvaguardare gli usi medici del Fentanyl

Il ruolo del ministero, dunque, sarà quello di rafforzate le azioni di monitoraggio e controllo della distribuzione e somministrazione del Fentanyl con sistemi di allerta da attivare in caso di prescrizioni anomale, controlli potenziati da parte dei Carabinieri e dei Nas sulla distribuzione del farmaco e un incremento delle misure di sicurezza dei luoghi dove la sostanza è conservata per evitare che venga rubata. Ospedali e farmacie, presso le quali il medicinale è abitualmente disponibile dietro prescrizione medica, rientrano nella rete di controllo del ministero, che li sta allertando sulla “corretta custodia del farmaco”. Ma prevenzione sul piano sanitario significa anche essere pronti a salvare vite, qualora il Fentanyl e gli altri oppiodi sintetici dovessero prendere piede come droghe nel nostro Paese. Per questo il ministero ha predisposto anche corsi di formazione rivolti ai professionisti sanitari per metterli in grado di riconoscere le overdosi da Fentanyl, anche per registrare il campanello d’allarme, e somministrare immediatamente l’antidoto, il Naloxone, che è venduto in farmacia senza bisogno di ricetta medica e che nei piani del governo deve essere sempre disponibile per chi ne avesse bisogno, a partire dalle famiglie che vivono in casa il dramma della tossicodipendenza.

Scuola e sport: la prima trincea è tra i giovani

Insieme a queste azioni c’è tutto il versante della sensibilizzazione rivolta direttamente ai giovani, anche per contrastare i messaggi dei “cattivi maestri”, come certi “rapper e trapper Usa i cui testi contengono messaggi sbagliati sul Fentanyl che poi arrivano senza filtri agli adolescenti”, ha ricordato Mantovano, parlando di questi personaggi come di “untori e vittime allo stesso tempo”. In questo senso scuola e sport fanno da apripista tra i giovani. “Dobbiamo erigere una barriera, una muraglia”, ha spiegato Valditara, ricordando che della lotta alla droga “abbiamo deciso di farne uno dei pilastri nelle linee guida alla educazione alla cittadinanza e di preparare i docenti, soprattutto i nuovi assunti: si prevede una formazione specifica per gli insegnanti”. Anche lo sport, ha sottolineato Abodi, “può dare un contributo significativo per informare e prevenire” sia coinvolgendo tutte le proprie strutture per “offrire alternative al vuoto” in cui si insinua la droga, sia con la forza degli sportivi come testimonial. “Bisogna agire su un doppio livello, di breve e lungo periodo”, ha avvertito il ministro, indicando come battaglia ultima quella per la promozione della “cultura della vita, che va divulgata sempre”.

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