Gli anarchici bloccano un volo a Malpensa per impedire il rimpatrio di un marocchino (video)
Un gruppo di anarchici della rete “No Cpr” ha fatto irruzione su una pista di Malpensa, occupandola, per impedire il decollo di un volo sul quale era imbarcato un cittadino marocchino che doveva essere rimpatriato. L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri. Gli anarchici sono stati poi bloccati dalla Polaria, intervenuti immediatamente, ma i disagi per i passeggeri della Rayal Air Marocco sono stati comunque gravissimi: il volo è partito per Casablanca con quasi un’ora e mezza di ritardo.
Il proclama degli anarchici da Malpensa: “Il nostro compagno deve essere rilasciato”
“Siamo riusciti ad avere la notizia e siamo venuti qua questo è l’aereo, vogliamo che il nostro compagno venga rilasciato immediatamente perché è impossibile che la vita delle persone valga meno di quattro regole di sicurezza di un aeroporto e che la gente se ne freghi altamente di devastare la vita delle persone solamente perché non hanno documenti validi”, hanno proclamato gli anarchici in un video postato su Instagram e girato nel corso del blitz a Malpensa. Secondo quanto ricostruito, gli anarchici sono arrivati sulla pista forzando una porta allarmata.
Per decisione del comandante, il marocchino è stato sbarcato dall’aero di Malpensa prima della partenza. Il rimpatrio, secondo quanto poi comunicato dagli stessi anarchici attraverso i propri canali social, sarebbe poi avvenuto da Bologna. Gli anarchici, che nei loro comunicati si sono sempre riferito al marocchino come a un “compagno”, sono stati identificati negli uffici della polizia di frontiera. Nei loro confronti, secondo quanto emerso, dovrebbero essere formulate le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.
Il precedente: l’assalto alla volante di Torino
L’episodio, per gravità e circostanze, ricorda quello che si è verificato a Torino neanche un mese fa, quando gli anarchici hanno preso d’assalto una volante della polizia sulla quale si trovava un altro cittadino marocchino irregolare in procinto di essere trasferito in un Cpr. La stessa pagina Instagram da cui sono state rilanciati i video di Malpensa si chiama “solidarita.prigionieri.torino”. “Si susseguono a ritmo sempre più preoccupante le aggressioni al personale della Polizia di Stato. Addirittura si arrivano a violare con assurda semplicità anche gli ambiti aeroportuali, fermando un aereo già pronto sulla pista di decollo”, ha commentato il Segretario Generale del Siulp, Felice Romano, ripercorrendo un lungo elenco di “assurde vicende che denotano una crescente mancanza di scrupoli da parte dei cosiddetti ‘professionisti del disordine’ nell’attaccare simboli, luoghi e figure istituzionali”.
Il Siulp: “L’ordine pubblico funziona, ma hanno la certezza dell’impunità”
“In Italia – ha aggiunto Romano – abbiamo uno dei migliori sistemi di Ordine pubblico al mondo, che però viene portato quasi all’impotenza da un corto circuito ben preciso che si chiama totale certezza dell’impunità. Impunità di fronte a quasi 50 poliziotti feriti negli ultimi giorni, con un collega in terapia intensiva a Padova a causa dello scoppio di una bomba carta”. “Gli anarchici che hanno assaltato l’aereo a Milano sono già a piede libero. Assurdo”, ha commentato il sindacalista, soffermandosi poi anche sulle “orde barbariche del tifo violento negli stadi di calcio, dove per puro caso, ad oggi, non si è registrata nessuna tragedia irreparabile”. Sottolineando che si tratta di “una piccola parte di violenti che rovinano però un intero comparto”, Romano ha quindi invocato “il modello è quello della Thatcher degli anni ’80, che portò alla radiazione da tutte le competizioni europee delle società calcistiche inglesi”. “Chi genera violenza e danni alla collettività – ha aggiunto il sindacalista – deve pagare. Come per quanto accaduto a Palermo per i falò di San Giuseppe. Nessuno osa toccare la sacralità di alcune tradizioni, ma non si possono vedere le scene di guerriglia vera e propria a cui abbiamo assistito. Come Siulp – ha concluso – chiediamo sanzioni pecuniarie che sono tra l’altro immediate, certe ed esigibili”.
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