Epiro – Roma

27 Mar 2024 0:01 - di Redazione

Epiro
Piazza Epiro, 26 – 00183 Roma
Telefono: 06/69317603
Sito Internet:

Tipologia: tradizionale con spunti creativi
Prezzi: piatti 6/16€
Chiusura: Lunedì. A pranzo tranne la Domenica

OFFERTA
Porta il nome della piazza che la ospita, questa trattoria moderna che offre una cucina di stampo tradizionale realizzata con buone materie prime e talvolta anche con qualche spunto creativo intelligente. Il menù non ha la classica divisione tra le portate, ma propone diversi piatti che possono essere scelti liberamente. La nostra cena è iniziata con una battuta di manzo con cetriolini, cipolla caramellata e cheddar che ci ha convinti a metà: se la carne è risultata buona e tenera, segno anche di una lavorazione ben fatta, l’aggiunta del formaggio fuso sopra, con la sua sapidità, andava a stonare con il sapore degli altri ingredienti. Ottima la tempura di verdure dalla frittura leggera, asciutta e croccante servita con una maionese fatta in casa. Gustosa la variante della mozzarella in carrozza preparata con il pan brioche e accompagnata da una salsa di alici in cui intingere il morso goloso. D’impronta orientale sia il piatto di calamari arrosto cucinati con salsa di soia e funghi shiitake, teneri e con una bella nota agrodolce in evidenza, che la pancia di maiale in salsa teriyaki. Ben realizzata pure la lingua di bue arrosto con misticanza, mele e cardoncelli. Tra i primi piatti, ci hanno maggiormente convinti l’amatriciana e la carbonara, due grandi classici della cucina romana, con la pasta cotta bene al dente, il guanciale croccante e saporito, il pomodoro dolce per l’amatriciana e la giusta crema d’uovo per la carbonara; pecorino per entrambe spolverato a dovere. Poco equilibrati, invece, i tagliolini al cavolo nero (impercettibile), funghi e Castelmagno, in cui prevaleva una nota erborinata difficilmente riconducibile al noto formaggio piemontese. Discreto il maccarello con rape rosse, scalogno, spinaci e bagna cauda, dove il sapore del pesce tendeva a scomparire sotto gli altri ingredienti. Molto buona la cotoletta a orecchia di elefante, con panatura croccante e non unta, abbinata perfettamente a un’insalatina di rucola, cipolla e uvetta che sgrassava il fritto. Tra i dolci abbiamo scelto una Sacher ben fatta, umida al punto giusto e con il corretto strato di confettura di albicocche (un ciuffo di panna avrebbe reso il tutto più goloso), un delizioso mini-maritozzo con crema di cioccolato bianco (fragrante il panino e per nulla stucchevole la crema) e una classica millefoglie ben equilibrata tra la parte croccante e quella morbida della crema. In chiusura un caffè leggermente sottoestratto.

AMBIENTE
Il locale è caldo e accogliente, con le pareti rivestite di scaffali che espongono le tante bottiglie di vino e la mise en place essenziale dei tavoli lasciati “nudi”. La veranda coperta e attrezzata con stufe aumenta di molto i coperti altrimenti un po’ esigui.

SERVIZIO
Preciso, preparato e informale il giusto.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net

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