Droga, Mantovano: “Non esiste il diritto a fare uso di droga. Esiste il dovere di stroncare i traffici”

15 Mar 2024 8:38 - di Natalia Delfino
mantovano droga

“Siamo contro l’uso di tutte le droghe, e non crediamo che in un ordinamento esista un diritto a fare uso di sostanze stupefacenti. Esiste invece il dovere di agire prima che la diffusione di talune sostanze provochi danni irreparabili”. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha guidato a Vienna la delegazione italiana alla 67esima sessione annuale della Commissione stupefacenti (Cnd) dell’Ufficio Onu sulla droga e il crimine (Unodc). E ha ribadito la linea del governo, sulla necessità di “un approccio bilanciato”, che da un lato metta in campo le più efficaci azioni di contrasto ai traffici e dall’altro offra “a tutti servizi di prevenzione, cura e riabilitazione sociale e lavorativa”.

La necessità di “risposte istituzionali concrete”

Mantovano ha parlato davanti all’Assemblea plenaria, anche in veste di presidente del Gruppo Pompidou (il Gruppo di cooperazione in materia di lotta contro l’abuso ed il traffico illecito di stupefacenti). Ha aperto il suo intervento raccontando la storia di una ragazza incontrata in comunità, passata rapidamente e giovanissima dalla cannabis all’uso di cocaina e crack e finita poi in carcere dopo aver commesso reati gravi per procurarsi i soldi per comprare la droga. Un percorso verso l’abisso interrotto quando, malvolentieri, è entrata in comunità, dove poi è diventata una sorta di tutor per altre ragazze che avevano vissuto esperienze simili alle sue. “Storie come queste – ha detto Mantovano – sono tante, e meritano risposte istituzionali concrete”.

La linea dell’Italia: “Non esiste il diritto a fare uso di droga. Esiste il dovere di stroncare i traffici”

Per il governo italiano queste risposte arrivano dall’inflessibilità verso i trafficanti e gli spacciatori di morte e il sostegno con ogni mezzo possibile alle loro vittime e, prima ancora, alle loro potenziali vittime, attraverso la prevenzione. Mantovano ha ricordato quindi la lezione di Giovanni Falcone e degli altri “coraggiosi e capaci magistrati e appartenenti alle forze dell’ordine” che in tutto il mondo lottano in questo senso. Poi ha portato l’esperienza italiana sul fronte della prevenzione, a partire dal nuovo piano nazionale contro “la diffusione di potenti droghe sintetiche, tra cui quei Fentanyl, che l’Italia ha inserito già dal 2020 nella tabella I delle sostanze stupefacenti e psicotrope”.

Mantovano illustra il piano di prevenzione contro la diffusione del Fentanyl

“Nel nostro Paese non abbiamo una emergenza in atto, ma vogliamo essere pronti”, ha chiarito il sottosegretario, esprimendo il proprio apprezzamento per l’impegno dei partner internazionali, dagli Usa all’Ue, contro gli stupefacenti e confermando che il Gruppo Pompidou “riafferma poi la propria convinta e opposizione all’uso della pena di morte per i crimini correlati alle droghe, in ogni circostanza e senza eccezioni, e si impegna per la promozione del diritto alla salute e per il potenziamento dell’accesso ai servizi sanitari e di trattamento: il diritto alla vita va garantito a tutti”. Mantovano ha anche annunciato che l’Italia finanzierà con 120mila euro il progetto pilota “Friends in Focus” dell’Unodc sui programmi peer to peer per i giovani nei Balcani occidentali e l’iniziativa Champs (Children amplified prevention services), anch’essa mirata alla prevenzione.

Il sottosegretario: “Se curi una malattia puoi vincere o perdere, se curi la persona puoi solo vincere”

“La prevenzione, soprattutto quella precoce, rimane il nostro punto di partenza: le relative attività vanno potenziate, proposte a target di età sempre più giovane, e riguardare non soltanto le sostanze stupefacenti, ma tutte le dipendenze patologiche senza distinzione. Questa è la linea vincente, dentro e fuori i confini nazionali. Perché – ha ricordato Mantovano – come sperimentano coloro che si occupano di dipendenze sia sul piano della prevenzione, sia su quello del recupero, quando curi una malattia puoi vincere o perdere, ma se curi una persona puoi solo vincere”.

Il sottosegretario a Vienna ha anche avuto una serie di incontri bilaterali: con Kevin Sabet e con il giudice Christine Carpenter sul modello americano della “drug court”, i Tribunali per il trattamento destinati ai detenuti con una lunga storia di crimini e dipendenze; con Henry Quartey, ministro dell’Interno del Ghana; con Rahul Gupta, direttore dell’Ufficio nazionale per le politiche di controllo delle droghe della Casa Bianca. Ha infine partecipato a un side event organizzato dall’Italia in collaborazione con la Svizzera.

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