Bufera sulla mostra in una Chiesa di Carpi, Pro vita chiede al vescovo il ritiro del quadro blasfemo

7 Mar 2024 15:51 - di Redazione

Non si placa la bufera sulla mostra “Gratia Plena”, inaugurata lo scorso sabato al Museo Diocesano di Carpi. L’audace, a dir poco, esposizione dell’artista Andrea Saltini è stata accusata di essere blasfema e offensiva nei confronti della fede.

Mostra di Carpi, la bufera continua

Ad aprire le polemiche è stato il quotidiano cattolico  “La Nuova Bussola Quotidiana”. Nel mirino c’è un quadro in particolare esposto nella chiesa di Sant’Ignazio in cui viene ritratto un uomo chinato sulle parti intime di Gesù. Cristo, riconoscibile dalla scritta “Inri” e dalle mani e i piedi bucati, è sdraiato, nudo. Sopra di lui si vede un uomo, ritratto di spalle e chinato, che preme con la mano sinistra sul costato di Gesù. Un’immagine inequivocabile che ‘ammicca’ a una fallatio.

Pro Vita chiede al vescovo di ritirare il quadro

Troppo per la Fondazione Pro Vita e Famiglia onlus, che oggi torna in campo chiedendo al vescovo di Modena Nontola di ritirare le immagini blasfeme. “Non vogliamo processare le intenzioni dell’artista della mostra “Gratia Plena”, presente in questi giorni nella chiesa di Sant’Ignazio di Carpi, né quelle della Diocesi, ma per migliaia di persone si tratta di una iniziativa blasfema. Che non lascia dubbi sull’ambiguità sessuale e indecente che trasmettono”. Così Così Toni Brandi, presidente di Pro Vita che cita l’esempio del quadro che sembra rappresentare un rapporto orale tra una persona e l’immagine di Cristo. “Prova dello scandalo suscitato dalla mostra – aggiunge –  sono anche le oltre 14mila firme raggiunte in poche ore dalla nostra petizione popolare. Chiediamo quindi a monsignor Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola, di ritirare immediatamente le rappresentazioni blasfeme esposte in questo luogo di culto!”.

La Diocesi difende l’artista: l’opera va vista nell’insieme

L’accusa di blasfemia è stata subito rispedita al mittente dalla Diocesi che ha difeso l’artista e rivendicato il valore dell’arte contemporanea. Vade retro, insomma, ai commenti “irrispettosi e non rilevabili davanti ad una corretta visione delle opere”. In una lunga nota stampa, infatti, la Diocesi  ha sottolineato che ogni quadro andrebbe “visto nell’insieme dell’esposizione,  focalizzando l’attenzione sull’esatto punto di visione, come indicato anche nel catalogo”. Stesso discorso, viene specificato, vale anche per il quadro “Inri – San Longino”.

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