Bufera Bari, Meloni: “Vergognose le accuse a Piantedosi. Nessun utilizzo politico dell’ispezione”

25 Mar 2024 15:29 - di Gabriele Alberti
Meloni Bari

“Penso che le accuse rivolte al ministro Piantedosi siano vergognose. Penso che il ministro Piantedosi abbia agito correttamente”. Una Giorgia Meloni a tutto campo ha risposto sull’inquietante caso Bari. A margine della cerimonia per la firma dell’accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la regione Molise il discorso cade sul fatto del giorno: la vicenda Antonio Decaro, il sindaco di Bari, e le recenti parole di Michele Emiliano. Un pasticciaccio di affermazioni e smentite aggravato dalla foto del primo cittadino con la sorella del boss. Il ministro Piantedosi è stato il bersaglio preferenziale del sindaco e della sinistra. Che hanno inveito come se andare a fondo sulle infiltrazioni mafiose fosse un atto di “lesa maestà”.

Bari, Meloni: “Nessuna forzatura, il ministro ha agito correttamente”

Giorgia Meloni ha zittito tutti e chiarito:  “Non abbiamo fatto alcuna forzatura, avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che sarebbe stato disposto nella stessa condizione per qualsiasi comune italiano”, precisa la premier. E ancora: “L’accesso ispettivo che è stato disposto” per il Comune di Bari “dal ministero dell’Interno non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento – ha ricordato -. È una verifica che va fatta.  Quindi le accuse di utilizzare politicamente questi strumenti le rinvio al mittente, ha rimarcato Meloni.

Gli attacchi al titolare del Viminale si sono moltiplicati per l’invio della commissione prefettizia – arrivata a Bari- che dovrà verificare l’ipotesi di infiltrazione criminale nel Comune; e di una eventuale proposta di scioglimento dell’assemblea: seguito dell’inchiesta della Dda del capoluogo regionale ‘Codice Interno’ che ha svelato, tra le altre cose, pericolosi intrecci tra mafia, imprenditoria e politica, con oltre 130 arresti.

“Undici domande a Decaro”: il centrodestra chiede chiarezza su Bari

E’ bufera su Decaro, sono 11 le domande che i parlamentari dei centrodestra pugliese hanno rivolto al sindacodurante una conferenza stampa.  In 24 ore di versioni contraddittorie il primo cittadino e il governatore della Puglia Emiliano si sono esibiti in una inquietante pagina politica. Sulla quale i parlamentari esigono chiarezza: anzitutto vogliono sapere perché il sindaco non si sia reso conto “di ciò che accadeva nella municipalizzata Amtab”; finita sotto commissariamento. E perché non abbia mai voluto discutere in Aula della situazione dell’azienda.

Altro quesito: perché Decaro “lo scorso 27 febbraio, un giorno dopo gli arresti, abbia consentito a molti consiglieri della sua maggioranza di uscire dall’Aula”; e perché non abbia reso noto agli stessi “consiglieri e alla città la narrazione del presidente dimissionario di Amtab, Perichella”. Le domande successive sono sul perché il sindaco non racconti “il motivo delle dimissioni continue del management di Amtab negli ultimi otto mesi”; e perché non accolga “l’invito del centrodestra a convocare una seduta monotematica del consiglio comunale per discutere dei 130 arresti”.

Il centrodestra pugliese: “Decaro, quella foto è vera o no?

I parlamentari del centrodestra  vorrebbero inoltre sapere perché Decaro “negli ultimi otto anni come presidente dell’Anci, non abbia mai fatto obiezioni sui 137 accessi disposti dal Viminale. Qualificando invece ome ‘atto di guerra’ quello di Bari”. Altra domanda: perché il sindaco di Bari continui a “sfuggire ai confronti”. Vorrebbero sapere poi perché il sindaco rinneghi “ogni rapporto di conoscenza con Maria Carmen Lorusso” e con “Giacomo Olivieri: con il quale ha condiviso le primarie del 2014”. L’undicesima domanda riguarda proprio la foto pubblicata oggi da alcuni quotidiani: quelle che ritrae il sindaco con due donne che sarebbero la sorella e la nipote del boss Capriati. I parlamentari chiedono a Decaro se sia vera.

Gemmato: “Piantedosi integerrimo”

La foto getta luce inquietante sull’episodio raccontato da Emiliano ma smentito dallo stesso Decaro. Un pasticciaccio che si inquadra negli sviluppi di un possibile scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose.  Sul punto interviene il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, a margine della conferenza stampa indetta dai parlamentari pugliesi del centrodestra: “Non abbiamo mai negato di conoscere le ex consigliere comunali Francesca Ferri e Maria Carmen Lorusso. Sono state elette con liste civiche dell’epoca. Il fatto che persone elette nel centrodestra passino al centrosinistra è un’aggravante”.

“Se le consigliere fossero rimaste nel centrodestra sarebbe stato lo stesso”

Gemmato ha risposto così a chi gli chiedeva un commento sulle due consigliere, entrambe indagate ed arrestate per voto di scambio in inchieste differenti; elette nel centrodestra e poi passate nel centrosinistra. “Se fossero rimaste nel centrodestra – ha aggiunto – sarebbe stato lo stesso: avrebbe significato comunque che un consigliere comunale di Bari era vicino a organizzazioni mafiose. E per noi non fa differenza che sia di destra o di sinistra. Per noi è un’aggravante”. Riferendosi poi  al candidato sindaco del centrodestra -che fu battuto nel 2019 proprio da Decaro- Pasquale Di Rella, Gemmato ha precisato: “Dove sta adesso? È nel comitato dei saggi per le primarie del centrosinistra”.

“Decaro accetti un consiglio comunale monotematico”

Gemmato dà un consiglio a Decaro:  “Ho fatto depositare al presidente del consiglio comunale la richiesta di un consiglio comunale monotematico rispetto ai fatti. E non ci è arrivato né un sì né un no, siamo stati ignorati. Manca rispetto istituzionale nei confronti di chi ha vissuto questa aula dall’opposizione”. Stronca poi le accuse mosse da Decato e dalla sinistra:  “Ci accusano di essere andati a parlare con il ministro Piantedosi, al quale va tutta la nostra stima. Lo abbiamo fatto perché, in assenza di un dibattito in Aula, abbiamo ritenuto di interloquire con la persona che detiene la sicurezza in Italia”. Un atto doveroso.

Gemmato: “Avremmo dovuto stare zitti”?

Gemmato ha ricordato che “in questa città ci sono vigili urbani che, offesi per strada, ritenevano di non rivolgersi alle forze dell’ordine; ma chiamavano i boss per farsi difendere”. E che “un dipendente della Prefettura chiamava il boss dopo che gli era stata rubata la macchina”. Cose inverosimili. “Abbiamo scoperto infiltrazioni nell’Amtab – ha spiegato -. Di fronte a questo avremmo dovuto stare zitti?“. Gemmato ha chiarito:”Non siamo andati a chiedere lo scioglimento del Comune, perché sarebbe un’onta; ma in questo momento non si può accusare noi”, perché “vorremmo che questa tematica fosse affrontata con sobrietà e serietà, senza alzare i toni”.

“Operazione verità”

Dunque, “la commissione farà luce. In questa dichiarazione di guerra fatta da Decaro al ministro Piantedosi non emerge, forse, un fatto che riaffermiamo. Matteo Piantedosi è un uomo di Stato, una persona integerrima, il prefetto dei prefetti. Derubricare la sua azione a schermaglia politica o, peggio ancora, ad eterodirezione da parte nostra di un ministro dell’Interno è qualcosa che fa venire i brividi”. Il sottosegretario alla Salute, parlamentare e coordinatore regionale pugliese di Fratelli d’Italia ha così concluso  la conferenza stampa denominata ‘Operazione Verità’ dei parlamentari pugliesi del centrodestra.

 

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