Abruzzo, il campo largo non si vede. Schlein chiude la campagna in solitaria, con lei solo Bonaccini

7 Mar 2024 20:11 - di Alessandra Parisi

In Abruzzo le è andata meglio che in Sardegna, dove la candidata del campo largo Alessandra Todde, oggi neo-governatrice, l’ha tenuta rigorosamente alla larga dal palco della chiusura della campagna elettorale. Stasera invece Elly Schlein ha avuto il suo piccolo, probabilmente ultimo, momento di visibilità in terra abruzzese. Sotto braccio, per una volta, all’amico-nemico Stefano Bonaccini, la segretaria dem è piombata nuovamente a Pescara a sostegno del candidato Luciano D’Amico. Che non disdegna l’aiutino da Roma. Un’ultima passerella a suon di slogan, di insulti e qualche bugia di troppo che hanno caratterizzato l’intera campagna elettorale contro il governatore uscente Marco Marsilio.

Schlein a Pescara: uniti si vince…

Ma anche questa sera sul palco di campo largo non c’è traccia. Il cartello elettorale extralarge per battere il “pericoloso” presidente di Fratelli d’Italia si dimostra solo un’alleanza sulla scheda elettorale. Dei compagni 5Stelle non c’è neppure l’ombra. Anche Conte si è visto spesso da queste parti, ma mai insieme alla segretaria dem. Non è un bel colpo d’occhio specie se paragonato al comizio a sostegno di Marsilio che ha visto tutti i big del centrodestra alternarsi dal palco di piazza del Salotto due giorni fa. E fa un po’ sorridere l’appello svociato della segretaria a serrare i ranghi. “Grazie al presidente del Pd Bonaccini, siamo qui per dire che uniti si vince, il Pd in tutta Italia si muove unito e compatto per costruire l’alternativa alle destre”. Il gioco è scoperto: l’unità esibita con orgoglio da Schlein è quella interna al Nazareno. E ci mancherebbe, verrebbe da dire, che neppure davanti alle sfide elettorali il partito non ritrovasse un briciolo di unità, almeno di facciata. Così come fa sorridere il video urlato su Instagram  con cui Giuseppe Conte vorrebbe dare l’ultima zampata, decisamente mal riuscita, al governatore Marsilio.

In Abruzzo il campo largo non si vede

Ormai gli attacchi imparati a memoria contro il presidente di Fratelli d’Italia che ha dalla sua radicamento e buon governo non fanno notizia. Anche oggi Schlein ha intonato il ritornello sulla sanità, smentito quotidianamente da Marsilio, tirando in ballo il presidio sanitario di Popoli dove manca il personale del Pronto soccorso. E giù bla bla bla sui tagli alla sanità e la presunta demagogia da campagna elettorale degli altri. Poi la stanca litania sul candidato venuto da Roma, anche questa una balla smentita con orgoglio dal governatore di FdI dalle solide e antiche radici abruzzesi.  E sottolineata da Fabio Rampelli. “Nata in Svizzera, con cittadinanza americana, figlia di quell’élite cosmopolita, quasi apolide, lei che neppure sa se la carbonara si faccia con il guanciale o la pancetta, e confonde l’arosticino con lo svizzero Raclette”, incalza il vicepresidente della Camera, ” pretende di dare lezioni al governatore Marsilio, abruzzese da 5 generazioni seppure nato a Roma, passando in modo patetico dall’internazionalismo radical chic al campanilismo più becero e involuto. Come se cambiasse colore su suggerimento dell’armocromista. Ma per favore…”.

Faccia tosta, slogan e tante bugie

Eppure la segretaria dem insiste. “Luciano D’Amico è una persona per bene, lo abbiamo scelto per competenza e non per appartenenza come Marsilio scelto da Meloni che in questi anni ha risposto agli interessi del partito e non a quella della regione”. Una bella faccia tosta visto il miracolo compiuto dal governatore per riportare l’Abruzzo al centro delle dinamiche politiche e dell’attenzione dopo decenni di isolamento e abbandono. Il tutto condito con la solita narrazione del candidato civico salvatore della patria. D’Amico non è imposto da Roma? Non si direbbe visto le numerose trasferte abruzzesi in queste settimane della segretaria del Nazareno. “Siamo andati con l’umiltà dell’ascolto per costruire insieme le risposte che ci servono”. Poi gli stanchi refrain contro il governo Meloni. Anche qui la fantasia scarseggia. Il finale è tutto un programma: “Non si è mai vista una patriota che spacca in due l’Italia, i veri patrioti sono quella della Brigata Maiella. Andiamo a vincere”.

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