A scuola Ramadan celebrato e Pasqua rinnegata, Feltri: il rispetto non può diventare sottomissione

30 Mar 2024 14:38 - di Chiara Volpi
Feltri Islam

«Il rispetto non comporta un adeguamento remissivo alla cultura altrui. E questo concetto dovrebbe finalmente essere affermato con vigore e chiarezza»: lo spiega con nettezza e placida assertività Vittorio Feltri, rispondendo a un lettore che gli chiedeva contezza in merito alla sua posizione rispetto a un presunto asservimento della nostra società ai valori altrui, ossequiati a scapito dei nostri. Nelle aule scolastiche, per esempio, dove il caso di Pioltello – e le conseguenze ed emulazioni che ha generato – stanno facendo scuola (per l’appunto)…

Feltri risponde al quesito di un lettore: rispetto o sottomissione all’Islam?

Ripartiamo allora dalla missiva che il lettore in confusione e in cerca di risposte chiare ha indirizzato al diretto de Il Giornale, che nella sua edizione web ha pubblicato il quesito dello scrivente e la risposta del direttore. «Lei è d’accordo con il leader della Lega Matteo Salvini quando afferma che stiamo abdicando alla nostra cultura e calpestando i nostri valori essenziali quando, ad esempio, chiudiamo le scuole per il Ramadan, festeggiamo il Ramadan in oratorio, togliamo il crocifisso dalle aule scolastiche, rinunciamo al presepe e così via?», pone l’arduo quesito il mittente. «Insomma – conclude poi – è vero che siamo deboli o semplicemente siamo rispettosi delle differenze, incluse quelle culturali e religiose?»

Islam, Feltri: «Il rispetto non implica la rinuncia alle proprie tradizioni»

Il quesito è uno di quelli a cui è arduo rispondere senza scade nel politicamente scorretto. Ma come noto, di questo Feltri se ne infischia: è la stampa bellezza, e lui sa come veicolarne i messaggi in cui crede e che ritiene opportuno sottolineare. Anche con veemenza all’occorrenza… E allora: «Caro Paolo – recita l’incipit della replica – il rispetto nei riguardi di ciò che è diverso è uno dei valori essenziali del nostro ordinamento, che stabilisce che nessuno può essere discriminato per il genere, la religione, la razza, le idee politiche, eccetera. Essere rispettosi significa accettare tali differenze culturali o religiose. Il rispetto non implica, tuttavia – precisa Feltri aprendo il file attiguo – la rinuncia alle proprie tradizioni allo scopo di non offendere in qualche modo coloro che coltivano altre usanze».

«Quella della civiltà occidentale nei confronti dell’Islam è una sorta di resa incondizionata»

Un concetto che il direttore chiarisce ulteriormente in un passaggio successivo, in cui sottolinea: «Il rispetto non comporta un adeguamento remissivo alla cultura altrui. E questo concetto dovrebbe finalmente essere affermato con vigore e chiarezza. Quella della civiltà occidentale nei confronti dell’Islam è una sorta di resa incondizionata. Da lustri sventoliamo bandiera bianca e ci facciamo colonizzare culturalmente da quelle genti che sul nostro territorio sono ospiti. Quindi, sì, ravviso una specie di debolezza da parte nostra. E tale debolezza deriva da quel politicamente corretto che sta annientando le radici della nostra civiltà. Ci siamo persuasi che essere cristiani e manifestarlo sia insultante verso chi cristiano non è. Il che mi risulta quantomeno folle oltre che pericoloso, tanto più quando si accompagna all’inclinazione a sposare e ad adeguarsi alla religione altrui, ad esempio chiudendo una scuola per il Ramadan».

Secondo Feltri siamo i primi «a sputarci sempre addosso dicendo che la nostra società è maschilista, razzista, omofoba»

Non solo. Perché se non bastasse, Feltri aggiunge un infiammato richiamato alla tendenza «a sputarci sempre addosso: diciamo che in Italia vige il patriarcato. Che i maschi italiani sono assassini. E che la nostra società è fortemente maschilista, fascista, razzista, omofoba. Contestualmente, tuttavia, difendiamo una cultura, quella islamica, che è ferocemente omofoba e misogina, basandosi sull’idea che la donna sia inferiore all’uomo e che vada per questo sottomessa, ridotta in schiavitù, trattata alla stregua di un oggetto». Una fotografia, quella scattata sulla base dell’evidenza dei fatti (che la cronaca puntualmente registra) e sull’onda di un dibattito viziato dal politicamente corretto che ne stravolge punti di partenza, approdi e traguardi sociali…

Ma «gli islamici non possono essere presi come modello nell’ambito del trattamento riservato alle donne»

Tanto che Feltri non manca di ricordare al lettore che a lui si è rivolto come, «anche questa mattina ho udito in tv alcuni interventi contro il maschio italiano, che ucciderebbe le femmine molto più di quanto faccia il maschio extracomunitario, che viene quasi santificato. Peccato che si ometta di specificare che sono gli extracomunitari a detenere il record di violenze sessuali e che gli islamici non possono essere presi come modello nell’ambito del trattamento riservato alle donne. Infibulazione, matrimonio precoce, ritiro dalla scuola dell’obbligo delle figlie femmine, imposizione del velo, segregazione domestica, pena capitale comminata a chi si ribella a tutto questo, sono condotte diffuse all’interno delle comunità musulmane insediate sul nostro territorio. Ma la sinistra ci racconta che il patriarcato è italiano, mica islamico».

Islam, il richiamo di Feltri all’annuncio dei Talebani del ritorno alla lapidazione in piazza

Non per niente, lo ricordiamo sulla scia dell’annotazione che lo stesso Feltri ripropone nella sua missiva di risposta, giusto ieri il leader supremo dei Talebani ha annunciato alla tv di Stato – e rivolgendosi all’Occidente – che in Afghanistan si tornerà, in nome di una più dura applicazione della Sharia, alle lapidazioni  e fustigazioni nella pubblica piazza delle donne sospettate di adulterio. Specificando con l’occasione che i richiami all’ordine e ai diritti umani evocati dall’atavico “nemico occidentale” sono inutili: perché arrivano da chi “rappresenta Satana”, mentre loro Allah…

Feltri, «l’Occidente si sta arrendendo all’Islam: e tutto mentre comunità internazionale, femministe e sinistra tacciono»

«Il tizio – conclude allora Feltri nella sua disamina epistolare – ha specificato: “Sono tutte cose che vanno contro la vostra democrazia, ma continueremo a farlo”. Un approccio ben differente – rimarca il direttore – rispetto a quello di chi in Italia sospende le lezioni per celebrare l’uso del digiuno islamico». E in tutto ciò, sottolinea Feltri, «la comunità internazionale non interviene. Le femministe nostrane restano mute. La sinistra non si straccia le vesti»…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *