Violenza sulle donne e vittimizzazione secondaria: “Secondo atto” in tour nelle scuole
E’ partito lunedì scorso, alla presenza di 120 studenti/esse dell’Istituto Omnicomprensivo Salvatorelli-Moneta di Marsciano (PG) il tour del progetto “SECONDO ATTO – il teatro per contrastare la vittimizzazione secondaria” promosso dall’Associazione M.A.S.C. e sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese con il patrocinio del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, del Comune di Marsciano, della Consigliera di Parità della Provincia di Perugia, dell’Assessorato alle pari opportunità del Comune di Perugia e D.i.Re. Il progetto intende informare e formare circa 500 studenti e studentesse di quattro istituti del Centro Nord – Istituto Omnicomprensivo Salvatorelli-Moneta di Marsciano (PG), Liceo Alessi di Perugia, IIS Copernico-Carpeggiani di Ferrara e IIS Podesti Calzecchi-Onesti di Ancona – per riconoscere pregiudizi e stereotipi culturali che sono spesso ostacolo alla giustizia. Utilizzando il teatro come strumento di comunicazione si vuole dare modo ai/lle giovani di riflettere sulle radici della violenza, sviluppare un ragionamento sulla narrazione che quotidianamente viene presentata dei casi di violenza, sul meccanismo di pensiero che si innesca quando si ricevono notizie già filtrate dal pregiudizio di qualcun altro. Il progetto vuole stimolare un dibattito, una riflessione condivisa per capire insieme come uscire da una mentalità e una cultura profondamente maschilista che ancora oggi scoraggia moltissime donne dal denunciare le violenze subite.
Lo spettacolo “Secondo atto” sulla vittimizzazione secondaria
Secondo Atto è uno spettacolo interattivo scritto e diretto da Giulia Corradi da un’idea di Giulia Morello, e interpretato da Silvia Vallerani, Martina Zuccarello e David Mastinu, prodotto dall’Associazione M.A.S.C. APS nell’ambito del progetto europeo Never Again – contro la vittimizzazione secondaria. Il progetto, terminato a novembre 2022, puntava a potenziare la risposta al fenomeno della vittimizzazione secondaria nei casi di violenza di genere, proponendo una campagna di sensibilizzazione nazionale e un modello di formazione rivolto a forze dell’ordine, avvocati/e, magistrati/e e giornalisti/e. Il teatro si è rivelato essere uno strumento potente per una formazione nuova e più coinvolgente e ad ogni sua tappa è emerso quanto fosse urgente allargare il progetto a nuove categorie e ambienti, con particolare riferimento agli/lle adolescenti.
“Secondo atto” ha raggiunto tra il 2022 e il 2023 più di 4.000 persone con 30 repliche in tutta Italia.
In ogni replica, dopo una breve introduzione con dati, numeri e significati, irromperanno in scena 2 attrici e un attore che interpreteranno le storie di tre donne, tre vittime, prima degli uomini che le hanno picchiate, abusate, uccise, e poi di nuovo vittime dello Stato, delle Istituzioni e dell’opinione collettiva. Dopo la performance teatrale inizierà il dibattito con esperti/e del settore.
Gli esperti e le esperte aiuteranno studenti e studentesse ad analizzare le scene, trovare gli errori e le lacune del sistema e ripensarle per come sarebbero dovute andare. Al termine di ogni evento verranno realizzati dei mini video, brevi interviste di ragazzi/e che diventeranno delle “GOCCE DI FORMAZIONE”. Potranno essere impressioni, consigli, buone pratiche per cambiare la vigente cultura maschilista. Nel mare delle informazioni e dei messaggi sbagliati i/le giovani si faranno promotori e promotrici di una nuova cultura e una nuova società che tuteli davvero i diritti delle donne di essere ascoltate, credute e sostenute.
Che cos’è la vittimizzazione secondaria
La drammatica persistenza di pregiudizi culturali e stereotipi sessisti nelle aule dei tribunali, nella rappresentazione dei media, nel più ampio contesto sociale, conduce a vittimizzare nuovamente le donne che hanno subito violenza, esponendole a un ulteriore trauma e ostacolando la giustizia. La vittimizzazione secondaria si verifica quando la donna vittima di violenza subisce un ulteriore danno non direttamente dall’atto criminale, ma a causa del modo in cui le istituzioni e gli altri individui trattano con essa, o da come i media rappresentano la vicenda che la vede coinvolta, limitando seriamente la possibilità di cercare aiuto e di accedere alla giustizia. Una ricerca statistica pubblicata dall’Istat nel 2023 evidenzia chiaramente il persistente rapporto tra gli stereotipi sessisti alla base della discriminazione di genere e la tolleranza della violenza esistente in Italia.