Via “padre” e “madre”, sì a genitore 1 e genitore 2: le toghe si schierano con le Famiglie Arcobaleno

15 Feb 2024 14:00 - di Gabriele Alberti
Genitore 1 genitore 2

La Corte d’Appello di Roma si schiera dalla parte delle famiglia Arcobaleno e si oppone alla dicitura “madre/padre” sui documenti dei minori, come  voluta dal decreto Salvini nel 2019. Gioisce l’ Associazione per questo assist che “smentisce il Ministero dell’Interno e lo condanna ad applicare la dicitura ‘genitori’; o altra dicitura che corrisponda al genere del genitore sulle carte d’identità elettroniche rilasciate a persone minorenni’’. La sentenza della corte di Roma riabilita, dunque, la dicitura “genitore 1” e “genitore 2. Il presidente delle Famiglie arcobaleno, Alessia Crocini rileva che la Corte “già nel 2019 aveva denunciato, supportata dal parere del Garante della Privacy, il qualunquismo ideologico del decreto Salvini. Che – a suo avviso- aveva modificato le diciture delle carte di identità solo per attaccare le famiglie omogenitoriali. Ma mettendo in difficoltà anche tutti quei minori che presentano situazioni familiari differenti.

Via libera alla sostituzione di “madre” e “padre” con genitore 1 e genitore 2

La vicenda ha inizio nel 2019, quando un decreto firmato dall’allora Ministro dell’Interno volle al posto di ‘genitori’ la dicitura madre/padre sui documenti. Una coppia di mamme si è rivolta prima al Tar del Lazio e poi al Tribunale di Roma esigendo l’emissione di un documento d’identità che ‘’rispecchi la reale composizione della loro famiglia’’. Insomma, tutto, fuorché “padre” e madre”. Il Tribunale aveva accolto la richiesta delle mamme, dichiarando di fatto illegittimo il decreto; in quanto il documento emesso ‘integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico’. Oltre alla conferma della sentenza in Appello, il Ministero è stato condannato al pagamento delle spese processuali. La Corte – spiega l’associazione Famiglie Arcobaleno – ha ribadito un concetto molto semplice: sulla carta d’identità di un bambino/bambina non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile’’.

Assist alle famiglie Arcobaleno: sì a genitore 1 e a genitore 2

“Se nei registri è indicato che è figlio/figlia di due madri, una delle quali lo ha adottato, allora i ‘modelli ministeriali’ devono rispettare quella indicazione; e sulla carta d’identità devono essere indicate due madri (o eventualmente due padri)”. Lo spiegano l’avvocata Susanna Lollini e l’avvocato Mario Di Carlo che hanno difeso le due mamme all’Adnkronos. “Noi lo abbiamo sempre pensato, il Tribunale ci aveva dato ragione, adesso la Corte d’Appello lo ha confermato, non possiamo che essere felici”.

Chi davvero può sentirsi offeso se si menziona l’espressione madre e padre?

Resta la riflessione che considerare “illegittime” le definizioni padre e madre contraddice le più comuni norme di buon senso in cui la stragrande maggioranza delle famiglie si riconosce. Non è solo un fatto di modulistica né di rivoluzione lessicale. Sostituire le parole “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2” è una modalità che rimane divisiva. L’annullamento da parte dei giudici d’Appello di Roma della la distinzione fra coppie di genitori eterosessuali e coppie di genitori gay, usando un termine più “inclusivo“ è un arricchimento o un  impoverimento? Chi davvero può sentirsi offeso se si menziona l’espressione madre e padre? Viene da chiedersi inoltre come possa essere lesivo della privacy di un minore avere sulla propria carta d’identità indicati “padre” e “madre”.

Gandolfini (Family day): Forzatura ideologica

Considerazioni che fa proprie il leader del Family Day, Gandolfini. “Non si tratta di giudicare il decreto Salvini ma la verità della genitorialità”, osserva . “Tutti gli esseri umani nascono da un uomo e una donna; imporre la dicitura genitore 1 e genitore 2 non è una soluzione per non offendere chi ha perso una delle due figure; ma una forzatura ideologica per favorire chi accede a pratiche come l’eterologa e l’utero in affitto che sono illegali in Italia”. E conclude: “Quindi non sarà la decisione di un tribunale a cancellare quello che è iscritto in ognuno di noi”.

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