Verini (Pd): liberiamo la Rai dalla destra. Ma i numeri lo smentiscono: i compagni si tengono le poltrone e fanno la lagna

6 Feb 2024 9:41 - di Francesco Severini

“È un segnale che siamo costretti a lanciare, perché la situazione è preoccupante. La manifestazione segna l’avvio di una battaglia per un servizio pubblico liberato da una occupazione militare di questa destra e del governo”. A parlare è il senatore del Pd Walter Verini chiamando a raccolta, in un’intervista su Repubblica, i suoi sodali per il sit in contro TeleMeloni fissato per domani a viale Mazzini alle 18,30. I compagni di Verini e Schlein troveranno anche il contro sit-in indetto da UniRai. Ma al di là delle piazzate l’accusa di Verini è grave: ci sono Tg che ricordano l’agenzia Stefani, è il suo parere.

I dati dell’Osservatorio di Pavia: questo governo ha meno spazio dei precedenti

Ma gli italiani hanno visto un altro film in questi mesi. Valga per tutti quanto ha precisato l’Osservatorio di Pavia pochi giorni fa: “Nel doppio trimestre giugno-dicembre 2023, la percentuale di tempo in voce del Governo, pari al 25,5% del totale, risulta leggermente inferiore alla quota media di tempo in voce registrata per l’Esecutivo nelle legislature precedenti, collocata intorno al 30”. Tradotto, significa che i governi precedenti avevano più spazio in Rai dell’attuale governo che l’avrebbe militarmente occupata. Strano no?

La guerra per le poltrone è tra Pd e M5S

La vera guerra sulla Rai è semmai quella tra Pd e M5S accusato di avere fatto incetta di poltrone e di mantenere toni morbidi in Vigilanza,. Infatti i grillini al sit in di domani non ci saranno. La mobilitazione dem è assai poco credibile visto che proprio ieri sera, su La7, Lilli Gruber si complimentava con Sigfrido Ranucci perché il suo Report aveva costretto Vittorio Sgarbi alle dimissioni. E Report dove va in onda?

Il poltronificio, l’inchiesta del Giornale

Giorni fa sul Giornale è apparsa un’inchiesta interessante sul poltronificio dell’opposizione nella tv pubblica. Altro che TeleMeloni. “Conte – vi si legge – ha piazzato ben quattro direzioni, un condirettore, due vicedirettori di tg, più altre poltrone”.  E il Pd? “Oltre alla consigliera di amministrazione Francesca Bria e alla presidente di Viale Mazzini, Marinella Soldi, ormai considerata vicina al Pd – scriveva Il Giornale –  c’è una pletora di poltrone belle comode su cui sono piazzati uomini e donne di fiducia. Ovviamente il Tg3, proprietà privata del Pd, con Mario Orfeo direttore e tre vicedirettori di area. Alla guida della Fiction, considerata la vera cassaforte della Rai, c’è Maria Pia Ammirati, a Rai Cultura ed Educational Silvia Calandrelli, alla Direzione editoriale Monica Maggioni, tutte vicine al Pd. Poi Andrea Montanari, direttore RadioTre. Passiamo ai condirettori. I dem, come i grillini, ne hanno uno alla TgR, Carlo Fontana, a cui si aggiunge nella stessa testata il vicedirettore Roberta Serdoz”. Vicino al centrosinistra anche Paolo Del Brocco, amministratore delegato di RaiCinema.

Tutti i posti di comando occupati dalla sinistra

E non è finita. “Ancora in quota Elly c’è Massimo D’Amore che ricopre il ruolo di vice al Tg2, mentre al Tg1 ci sono due vice di rito Pd: Costanza Crescimbeni e Elisa Anzaldo. Altra casella, la direzione Distribuzione. A guidarla c’è Stefano Coletta, di stretta osservanza dem, già direttore di RaiTre. Ai bambini non ci pensiamo? Ma sì, ecco Rai Kids: alla tolda c’è Luca Milano. Mentre a Rai Digital Elena Caparelli. Entrambi di area Pd. Si va anche extra-confini, a Sanmarino Rtv, dove c’è Andrea Vianello, area dem. Poi direttore Rai Sostenibilità è Roberto Natale. Ex portavoce della presidente della Camera Laura Boldrini”. Insomma a questo sit in contro la Rai “militarizzata” dalla destra i compagni di Verini ci dovrebbero andare rossi di vergogna, o di imbarazzo. Più che un sit in – ha detto non a caso Marco Travaglio – quelli del Pd “dovrebbero fare un sit out”.

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