Tregua e ostaggi, linea dura dai due fronti. Netanyahu: finirà quando tutti i leader di Hamas saranno morti
Sta scadendo il tempo anche per l’incertezza: secondo il media saudita Al-Arabiya, ripreso anche dagli israeliani Ynet e Jerusalem Post, Hamas è pronto a rifiutare l’accordo con Israele mediato a Parigi per gli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza. Del resto, la porta chiusa in faccia alle negoziazioni sulla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani dei miliziani palestinesi si allinea in queste ore anche alla linea dura ribadita a Tel Aviv dal premier Natanyahu che, nel ribadire la sua opposizioni a muove concessioni, è tornato a ribadire la linea dura, intimando: «La guerra finirà solo quando tutti i leader di Hamas saranno morti».
Netanyahu: «La guerra finirà solo quando tutti i leader di Hamas saranno morti»
Nessun dialogo, nessuna tregua, dunque. E così, mentre sullo sfondo delle dichiarazioni di fuoco il bollettino di una guerra sempre più estesa ad altra zone calde dello scacchiere mediorientale, e arrivata al suo 122esimo giorno, registra nuovi raid di Usa e Gb su Sanaa, in Yemen – con un comunicato congiunto Washington e Londra spiegano di aver colpito «decine di obiettivi» Houthi – il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante una riunione del suo partito, il Likud, incalza. E chiudendo a mediazioni e negoziazioni rilancia: «La guerra durerà mesi, non anni». Ma «ci vorrà tempo» per raggiungere «il nostro obiettivo che è una vittoria completa su Hamas. Uccideremo la leadership di Hamas, quindi dobbiamo continuare ad agire in tutte le aree della Striscia di Gaza».
La linea dura prevale anche sugli ostaggi
Una linea del fuoco, quella che infierisce su Gaza, che incrocia dal 7 ottobre i destini degli ostaggi israeliani ancora nella morsa dei carcerieri palestinesi. E allora, se già nella serata di ieri la voce più accreditata indicava Hamas pronto a respingere l’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione dei rapiti proposto a Parigi, oggi anche Netanyahu ha ribadito che non farà accordi «ad ogni prezzo». «Hamas ha delle richieste sugli ostaggi che non possiamo accettare – una voce confermata anche da al Arabiya, secondo cui Hamas punta sulla liberazione di un maggior numero di detenuti palestinesi -. Ma «il rapporto di scambio fra ostaggi e detenuti palestinesi deve essere simile a quella dell’accordo precedente», ha replicato il premier israeliano. Sottolineando contestualmente come nelle negoziazioni precedenti il rapporto è stato di un ostaggio libero in cambio di tre detenuti palestinesi rilasciati.