Terzo mandato, sì ma anche no. Pd diviso, Schlein non decide e butta la palla in tribuna
Forse sì, forse no. Anche sul nodo del terzo mandato il Nazareno è spaccato e la segretaria Elly Schlein ha deciso di non decidere. Sotto il pressing di sindaci e governatori che sperano nel tris, la segretaria prende tempo e per ora se ne lava le mani. Nella direzione dem, infatti, è passata la linea del rinvio con la proposta di istituire un gruppo di lavoro che discuta una riforma complessiva degli enti locali. Il più classico degli escamotage per prendere tempo. Un tavolo che si riunirà “da qui a giovedì – spiega il responsabile enti locali Davide Baruffi – per elaborare una proposta complessiva”. La missione è quasi impossibile: trovare la quadra tra chi è favorevole al terzo mandato (quasi tutti gli amministratori) e chi no, come Schlein.
Terzo mandato, Schlein decide di non decidere
All’ordine del giorno qualcuno vorrebbe anche aprile una riflessione sull’elezione diretta di sindaci e presidenti di Regione, altro terreno minato. Il tempo è poco visto che, salvo slittamenti, giovedì in commissione Affari costituzionale del Senato, si voterà l’emendamento della Lega che chiede di togliere i limiti alla candidabilità per chi guida le amministrazioni locali e le Regioni. Il centrodestra si riunirà nella giornata di oggi per affrontare il tema, che la stessa Lega, a sentire le parole di Fedriga, potrebbe decidere di rinviare a dopo le europee.
Il pressing dei sindaci preoccupa la segretaria
Gli ottimisti nel Pd vedono il rinvio della scelta della segretaria, che non brilla per decisionismo su nessun dossier dell’agenda politica, come “un passo avanti”, uno “spiraglio” dopo niet al terzo mandato. I sindaci dem, capitanati dal presidente dell’Anci Antonio Decaro, ne hanno approfittato per recapitare alla segretaria una lettera in cui si esorta il partito a dire sì. Ecco perché i vertici del Nazareno per il momento hanno deciso di non decidere.
Il macigno del governatore De Luca
Sulle spalle gracili della segretaria pesa anche il macigno del governatore campano Vincenzo De Luca. Che è reduce dal fuor d’opera, difficilmente digeribile, della protesta romana in stile Masaniello che si è conclusa con insulti irripetibili alla premier Meloni. Episodio che mette a rischio anche l’atteso faccia a faccia televisivo tra le due leader. La segretaria non ha alcuna intenzione di vederlo correre per la terza volta sotto le insegne dem. Per sbarazzarsi di De Luca, Schlein potrebbe cedere a un compromesso: sì al terzo mandato per i sindaci, no a quello per i governatori. Un papocchio che non accontenta le richieste degli amministratori dem.