Terzo mandato, non passa la proposta della Lega. FdI: nessuna ricaduta sul governo

22 Feb 2024 15:24 - di Stefania Campitelli

Nulla da fare per il terzo mandato. L’emendamento presentato dalla Lega, finito al centro del dibattito negli ultimi giorni, non è passato. La commissione Affari costituzionali del Senato ha detto no con 16 i voti contrari (Fdi-Fi-Pd-M5S e Avs), 4  favorevoli (Lega e Italia Viva) e un astenuto (Autonomie), mentre Azione non ha partecipato al voto. Sul tris ai governatori il centrodestra non ha trovato la quadra ma la divergenza di opinioni e di sensibilità non avrà ricadute sulla compattezza della maggioranza, come sperano le opposizioni. Che sul tema non possono certo dare lezioni di unità, vista la profonda spaccatura all’interno dello stesso Pd con la segretaria Schlein praticamente muta sotto il pressing dei sindaci dem.

Senato, la commissione boccia il terzo mandato

Nessun dramma per le distanze tra il Carroccio, Fratelli d’Italia e Forza Italia, la possibile estensione al terzo mandato per governatori, per sindaci la Lega ha fatto un passo indietro, non era nell’accordo di programma di governo né può considerarsi una priorità dell’agenda politica di Palazzo Chigi. Tanto che il governo non ha dato indicazioni di voto e si è rimesso alla Commissione lasciando a ciascuno la libertà di votare in base alla propria opinione.

Ciriani: non è la fine del mondo, ci aggiorneremo

Nessun terremoto, dunque, anche se fino all’ultimo FdI ha sperato in uno slittamento della conta per rinviare il dossier a dopo le europee. “Questo è un tema su cui è normale pensarla in maniera diversa”, commenta a caldo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Lucia Ciriani. “Si poteva approfondire la discussione, tutti eravamo disponibili, diciamo tra qualche mese, più calmi e in un altro contesto, in un’altra occasione”, spiega pensando a un disegno di legge o comunque con un altro strumento. “Era anche l’appello fatto dal presidente Fedriga, mi sembrava un appello ragionevole. Comunque sono cose che succedono, l’attività del governo non viene toccata da quello che è successo”.  Il Parlamento – aggiunge – potrebbe decidere di riaprire la discussione anche se il voto che abbiamo registrato oggi, è piuttosto netto.

La Lega: la partita non è chiusa, ci riproveremo

Per la Lega, va da sé, la partita non è chiusa. “Continuiamo a ritenere che la scelta o la bocciatura di un rappresentante del popolo, a ogni livello, debba passare dal voto dei cittadini e non da una decisione dei partiti. Uno, due, tre, quattro mandati. Qual è il criterio oggettivo per stabilire quale sia la scelta giusta? Nessuno”, rimarca in una nota a il senatore veneto Paolo Tosato, vicepresidente della commissione Affari costituzionali e co-firmatario dell’emendamento bocciato. Il Carroccio è intenzionato a ripresentare la proposta, “cercheremo di convincere i nostri alleati di maggioranza a rivedere le loro posizioni. Apprezziamo, infine, che il governo non abbia espresso parere contrario al nostro emendamento”.

Pd diviso fino all’ultimo, Schlein sotto assedio

A sinistra il terzo mandato, invece, è l’ennesimo terreno di scontro interno (dopo la politica estera, l’immigrazione, l’economia e i temi eticamente sensibili) che fotografa un partito spaccato a metà come un mela. Nell’ultima direzione del Nazareno è passata la linea del rinvio con la proposta della segretaria di istituire un gruppo di lavoro che discuta una riforma complessiva degli enti locali. Il più classico degli escamotage per prendere tempo e aspettare che aria tira nel campo avversario.

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