Schlein arruola l'”acchiappa-fascisti” Berizzi per racimolare voti alle Europee. Ruotolo, Valerio e gli altri
Nella confusione grande del Pd tra alleanze che non decollano, europee alle porte e crisi di identità, Elly Schlein ricorre a una sola strategia: “gli acchiappafascisti” nelle liste delle elezioni europee. L’usato sicuro, la carta dell’antifascismo. La segretaria vuole mettere iin lista “nomi di esterni”, personalità della società civile, giornalisti, opinionisti che si si siano brillantemente messi in luce per una costante e inesauribile “caccia” ai presunti fascisti che infesterebbero il Paese. Pertanto i nomi che la segretaria sta segnando con un asterisco sono una garanzia per portare avanti un tema “sicuro”. Per questo un nome pressoché sicuro è quello di Paolo Berizzi, firma di Repubblica, inchiestista di punta del quotidiano di Molinari, specializzato nei reportage sugli estremisti di destra. Dove c’è un'”onda nera” da cavalcare c’è lui. Una garanzia, non a caso pardò lo scorso autunno in piazza del Popolo nella manifestazione del Pd.
Schlein, Berizzi e l’usato sicuro della “caccia al fascista”
Tra i candidati nel Pd c’è Cecilia Strada, figlia di Gino. Con lei la lotta contro l’esecutivo in tema di immigrazione è in una botte di ferro. La Schlein vorrebbe recuperare chi solitamente non vota da tempo, per cui fascismo e immigrazionismo -spera- possano essere i vessilli dietro cui mascherare il vuoto di soluzioni reali per il Paese. Cecilia Strada potrebbe recuperare voti fuori dal Pd. Un altro nome nel cuore della segretaria è quello di Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire. «Ho sempre dichiarato che sono contro le porte girevoli», risponde Tarquinio a Libero, sottraendosi dalla pugna: «come sono contro i magistrati che fanno politica, così vale anche per i giornalisti… bisogna pensarci bene». Ma i colloqui con la Schlei ci sono stati e la pressione su di lui è forte da parte dei maggiorenti del Pd.
Pressing su Tarquinio per accaparrarsi il voto cattolico
Marco Tarquinio sarebbe una sorta di “zuccherino” per placare i cattolici del Pd, sul piuede di guerra contro la Schlein per il caso della consigliera dem Bigono, allontanata dal partito per il suo voto in opposizione alla linea delle “ditta” sui temi etici. Tra l’altro, l’ex direttore di Avvenire esprime posizioni più pacifiste sulla guerra tra Russia e Ucraina e su quella in Medio Oriente, in linea con la segretaria. Si tutto un po’, un’armata sconclusionata.
Schlein punta su Chiara Valerio, eroina Lgbt
C’è la scrittrice Chiara Valerio, che dovrebbe catalizzare il voto radical-chic di chi abbraccia le battaglie Lgbtq+. Tenendo sempre “in canna” un colpo su fascismo, patriarcato e destra “medievale”.
In lista Sandro Ruotolo. L’armata degli amministratori
Ed eccoci a un altro campione di antifascismo: al Sud, l’uomo di Schlein è Sandro Ruotolo, attualmente responsabile informazione, tra gli organizzatori del sit-in fuori dalla Rai prossimo venturo contro la presunta occupazione della Rai della destra. C’è di tutto un po’ in queste liste: da Marta Bonafoni, fedelissima di Schlein, ora consigliera regionale nel Lazio. Un esterno al quale Schlein punta è quello di Maurizio De Giovanni, scrittore e sceneggiatore. Si parla poi di Alessandro Zan e Laura Boldrini come nomi possibili. E poi nel “minestrone” entra la schiera degli amministratori: da Bonaccini a Dario Nardella, Antonio Decaro. Anche se il primo ancora non sa bene cosa fare: in scadenza con il secondo mandato di governatore, aspetta di capire se Schlein si candida capolista o no.
Riappare Ignazio Marino. Ma correrà con Santoro
Poi, sorpresa, il colpo di teatro: riappare Ignazio Marino, l’ex sindaco di Roma che decadde perché sfiduciato dal suo stesso partito. Ma non si candidarà nel Pd, bensì nella lista di Michele Santoro, dal titolo “Pace, terra e dignità”. Lo scopo è togliere consensi sia al Pd che al M5S.