Salta la fiction Rai sul prete rosso Don Andrea Gallo. Sinistra sul piede di guerra: “Vale come Mameli”
Sinistra sul piede di guerra anche per le fiction Rai: il pretesto nasce dallo slittamento della fiction su don Andrea Gallo (morto nel 2013), slittamento dettato da problemi di budget. Una protesta che scaturisce da una logica singolare: quando governa la sinistra, bisogna produrre le fiction che piacciono alla sinistra. Quando governa la destra, bisogna sempre produrre le fiction che piacciono alla sinistra.
Fa da eco a questa bizzare tesi il presidente del sindacato dei giornalisti italiani, Vittorio Di Trapani. “Ridurre la sospensione della fiction Rai su Don Gallo a questione economica ha il sapore di un alibi. Nessun budget è infinito, cosa produrre è scelta editoriale. Evidentemente raccontare la vita di un uomo sempre dalla parte degli ultimi e per la pace non è ritenuta una priorità”, scrive su Twitter il presidente della Fnsi.
Addirittura c’è chi tira in fa il paragone con la miniserie su Goffredo Mameli. “Perché Mameli sì e don Gallo no?”, chiede sarcastico Domenico Chionetti, braccio destro del prete rosso morto nel 2013. Una domanda rivolta al sindaco Marco Bucci, che in un post annunciava la messa in onda su Rai 1 della fiction dedicata a Goffredo Mameli.
La fiction sul prete rosso? Rinviata non annullata
«Era un progetto cui tenevamo molto – ha dichiarato all’Ansa Cristina Bolla, presidente di Genova Liguria Film Commission, la struttura che aveva seguito e aiutato la produzione romana -. E continua ad essere un progetto che speriamo di realizzare. Ma nel 2023 la casa di produzione ha cambiato cda, la fiction era in uno stato di avanzamento importante ma cambiando le teste probabilmente sono cambiati i programmi.
Massimo Veneziano, Ad della controllante Titanus spa, chiarisce che «Rai Fiction non ha annullato il progetto ma lo ha posticipato. Contiamo di poterlo fare quest’anno o al più tardi nel 2025. Nessun retroscena politico, visto che la storia di don Gallo è bellissima e trasversale. Anche a noi non fa piacere questo rinvio ma capisco che far quadrare conti e produzioni Rai Fiction non sia facile». Insomma, la fiction prima o poi si farà ed è un po’ ridicolo andare a fare addirittura paragoni con Mameli.
Chi era don Andrea Gallo
Genovese dop (di origine partigiana più che protetta) è morto nel maggio 2013 a 84 anni. Viene ordinato sacerdote nel 1959. Nel 1970 viene allontanato dalla chiesa genovese centro storico su decisione dell’allora cardinale Siri, in quanto la sua predicazione allontana molti fedeli. Le sue omelie «non sono religiose ma politiche, non cristiane ma comuniste». Trova quindi una collocazione più stabile nel 1975 quando avvia l’attività della Comunità di San Benedetto al Porto, che ospita poveri e persone in difficoltà. Don Gallo adorava le telecamere e le interviste. Era il sacerdote più interpellato dal manifesto e dall‘Unità e veniva chiamato all’occorrenza per confutare l’ultima enciclica del Papa o il provvedimento legislativo che la Chiesa invece avrebbe approvato.
Per la sinistra Mameli vale come don Andrea Gallo
Di lui scrisse Avvenire nel novembre 2010, all’indomani di una comparsata da Fazio e Saviano che «era un prete vanitoso, pronto a fare da scendiletto» per una presenza tv. Sempre al fianco di vip e personaggi dello spettacolo (si vantava di essere stato amico di Fabrizio de Andrè) è stato scrittore e presentatore, sostenitore delle nozze gay e paladino delle droghe leggere (nel 2006 fumò uno spinello in Comune a Genova). È stato anche prete, ma quello veniva molto dopo nelle interviste. Con lui di teologia era meglio non parlare se non per citare i vangeli apocrifi cantati dal suo amico De Andrè. Don Andrea è stato sessantottino nel ’68, no global ai tempi del G8 e No Tav ai tempi degli scontri in Val di Susa.
Sui Social vantava un record di visualizzazioni con il video in cui, nella Chiesa di San Benedetto a Genova, sventola il paramento sacro che aveva sulla tonaca come se fosse una bandiera rossa e cantare Bella Ciao. Il tutto davanti ai fedeli.