Roma, bandiere della Palestina e la canzone di Ghali al corteo antifà per Valerio Verbano
Bandiere della Palestina, pugni chiusi e fumogeni sulle note della canzone di Ghali “Casa mia” a Roma al corteo antifascista per Valerio Verbano, ucciso il 22 febbraio 1980. Per i compagni accorsi, con l’immancabile kefiah, a strillare “Valerio è vivo e lotta insieme a noi. Uccidono un compagno ne nascono altri cento” la piazza è una ghiotta occasione per alzare la voce contro Israele, il governo tiranno e fascista, e inneggiare alla causa palestinese con tanto di sponsor sanremese.
Al corteo per Verbano un tripudio di bandiere della Palestina
Sono circa duemila, secondo i manifestanti, i partecipanti al serpentone “antifà”, nostalgico dell’Intifada, partito da via Monte Bianco nella zona popolare della Capitale fra il Tufello e Val Melaina . C’è un po’ di tutto: dai cori contro l’apartheid e per l’occupazione alla richiesta di liberazione di Ilaria Salis, in carcere “per aver respinto l’avanzata dei gruppi neonazisti nell’Est Europa con la complicità delle istituzioni”.
“Stop al genocidio” e la canzone di Ghali
All’altezza di piazzale Jonio in manifestanti hanno inscenato un’azione simbolica pro Palestina: si sono sdraiati a terra per poi mettersi in cerchio tenendo tra le mani manifesti con la scritta: “Stop genocidio a Gaza”. E dagli altoparlanti il rumore delle bombe. Poi cori antifascisti e la minaccia: la prossima settimana saremo davanti al Parlamento. Voglia di piazza, di fronteggiamenti con la polizia nel nome di Gaza. Nel nome di Verbano, neanche a dirlo. “Valerio non si è mai voltato dall’altra parte. Affrontava i fascisti a viso aperto. Viva la resistenza palestinese”. Si finisce con i fuochi d’artificio in piazza e con la voce di Ghali, nuovo paladino della causa pro Palestina, a fare da inno.