Rai, basta un blogger con il megafono a rovinare il sit in del Pd. Unirai: ma quale TeleMeloni (video)

7 Feb 2024 20:26 - di Romana Fabiani

“Siamo una voce nel buio”, “Basta fake news”, “Disarmiamo chi vuole gettare fango sui giornalisti italiani”, sono alcuni degli slogan che animano il sit in davanti alla sede Rai promosso dall’Unirai, il sindacato libero, nato a dicembre per spezzare il monopolio sindacale di viale Mazzini (“siamo il sindacato più attaccato di sempre, si vede che disturbiamo”, dice il segretario Francesco Palese). Bandiere, striscioni, cartelli che invocano la libertà professionale e il pluralismo, ma anche le note dell’inno nazionale, “che è di tutti”. Poco più in là il presidio del Pd che attende il verbo di Elly Schlein che compare a fine pomeriggio per accendere gli animi contro Telemeloni e la dittatura televisiva del governo. Tardi, quando ormai il sit in è stato rovinato dalle parole di un giornalista che contesta l’ipocrisia del Nazareno.

Doppio sit in a viale Mazzini l’Unigrai: siamo qui per difendere i giornalisti

“Noi siamo qui in risposta all’attacco di alcuni politici al prodotto giornalistico e alla categoria Rai, che ci dipingono come servi”, dice Palese davanti ai microfoni. Intorno bandiere, manifesti e cartelli che invocano la libertà professionale sulle note dell’inno di Mameli “che è di tutti”.  “Siamo autonomi e contrastiamo il racconto della politica che si fa oggi. Qualcuno evidentemente ha nostalgia del pensiero unico”. Immancabile il riferimento al debutto di Sanremo trasmesso da mamma Rai. “L’enorme successo di ascolti parla chiaro. Senza quelle che a molti sono sembrate volgarità e gli inutili monologhi spesso a senso unico del passato, il Festival è tornato a essere libero, una manifestazione nazionalpopolare. Siete l’anti sit-in del Pd? “Siamo un voce libera che si aggiunge. Loro attaccano i giornalisti, noi li difendiamo. Chi oggi parla di Telemeloni lo fa evidentemente in maniera del tutto strumentale per trovare argomenti per la sua campagna elettorale. Trovasse tutti gli argomenti che vuole per la sua campagna elettorale ma non metta in mezzo la categoria dei giornalisti Rai”. Provocatoriamente – ricorda Palese – nei giorni scorsi abbiamo invitato qualcuno di questi esponenti politici ad assistere alla riunione di sommario del Tg1 dopo l’ennesimo attacco. Da qui è nata l’idea di rispondere per dire che i giornalisti Rai sono delle persone serie.

Il blogger che rovina la festa al Pd: siete ridicoli

Viale Mazzini è blindata per il doppio sit in davanti alla sede Rai.  Se la parte destra dei giardinetti è occupata dai giornalisti dell’Unirai, che si ribellano al racconto delle opposizioni, sulla sinistra si radunano i giornalisti convocati dal Pd. Tra i primi ad apparire Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Nazareno. È stato lui il più arrabbiato nel puntare il dito contro il Tg1 e a voler dettare la scaletta dei telegiornali dell’informazione pubblica. E infatti arringa la folla (si fa per dire) attaccando il governo “più di destra che sia mai esistito, con la premier amica di Orban”. “Il presidio di oggi per noi è un primo passo. Siamo contro Telemeloni e non siamo i soli ad esserlo. Anche il sindacato europeo dei giornalisti considera l’Italia come uno dei paesi ostili al giornalismo”.

I giornalisti democratici: buffone, vattene, vattene

Peccato che poco dopo è bastato un giornalista ‘armato’ di megafono, poco gradito agli organizzatori, per mandare all’aria la festa dem davanti al cavallo Rai. “Vattene vattene, buh buh, buffone, buffone, vaffanculo”. Sono le reazioni non proprio democratiche dei giornalisti cresciuti a pane e pugno chiuso di fronte alle prime parole del collega “sconosciuto” (ma tu chi sei?). Si innervosiscono, si avvicinano, vogliono cacciarlo, proprio loro che inneggiano alla libertà di stampa. Qualcuno indignato dice fa per andarsene (“è un provocatore”).

“Non sono un provocatore, dico la verità”

“Non sono un provocatore, dico la verità. Basta con questa farsa della Schlein. Prima dell’insediamento del governo Meloni c’era Teledem. Lo spiega bene Draghi quando ha detto che ciò che accade in Rai è la trasposizione di quello che accade al congresso nazionale del Pd”. Lo invitano ad andarsene, si avvinano i poliziotti, e lui si allontana. Ma tutti i cronisti sono con lui, incuriositi. E lui si concede ‘volentieri”. Anche Marco Rizzo, che si aggira tra i due sit in, si avvicina. Il protagonista del fuori scaletta che manda in tilt la manifestazione del Pd è Francesco Amodeo, blogger, giornalista pubblicista, collaboratore di Radio Radio. La sua tesi è semplice: Il Pd non può intestarsi una battaglia di libertà.

Schlein: uniamo le forze contro Telemeloni

Alla fine la convitata di pietra arriva. “Siamo qui per un diritto fondamentale, quello di avere accesso a una corretta informazione. Siamo qui a tutela di un principio costituzionale fondamentale, quello della libertà di stampa”, dice Elly Schlein modello comizio di provincia. “Basta con gli attacchi costanti del governo al giornalismo di inchiesta. Ne va la professionalità dei giornalisti che in Rai lavorano e non meritano di vedere la loro professionalità messa a servizio di una macchina di propaganda”. Sottotitlo: uniamo le forze perché – in pochi se ne sono accorti – la Rai ha tradito il patto di fiducia con i cittadini.

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