Preside da leggenda: si barrica e dorme nel liceo per evitare l’occupazione dei “collettivi” di sinistra

6 Feb 2024 14:47 - di Monica Pucci

“Una comunità che dialoga, anche in toni accesi, non ha bisogno di occupare”. La frase, pensata e scritta sui social dalla preside, ha ricevuto centinaia di like, ma il giorno prima si era rischiata la rivolta quando la dirigente scolastica aveva annunciato che avrebbe impedito con tutti i mezzi l’occupazione del Liceo Artistico Boccioni di Milano. A tutti i costi, anche quello di barricarsi dentro e di dormire nelle aule scolastiche. “La dirigente ha passato la notte tra domenica e lunedì all’interno della scuola, sorprendendo gli studenti che hanno tentato di entrare di nascosto…”, racconta oggi “Repubblica” nelle pagine milanesi. Poi ci hanno anche riprovato ma i ragazzotti dei “collettivi” studenteschi di sinistra, sono stati respinti con perdite dalla preside del Liceo. Preside da leggenda, viene da commentare…

La preside che per difendere il Liceo dorme al suo interno

Lunedì in mattinata l’occupazione dell’istituto era stata annunciata sui social, con tanto di comunicato con le motivazioni. La protesta, spiegavano gli studenti, non è “un attacco personale alla dirigenza”, ma una “presa di posizione contro questo sistema che ci insegna a chiudere gli occhi davanti ad ogni tipo di ingiustizia”. La preside Stefania Giacalone, però, era di tutt’altro avviso e ha fatto sapere, sulla pagina web, che la scuola non sarebbe stata occupata, “e le lezioni si stanno svolgendo regolarmente”. Nel pomeriggio era arrivato anche il messaggio sul profilo Instagram della scuola: “Noi non occupiamo, noi ci occupiamo! Ci occupiamo del passato (facciamo memoria), del presente (riflettiamo) e del futuro (progettiamo)”. Perché, si legge ancora, “una comunità che dialoga, anche in toni accesi, non ha bisogno di occupare”.

Gli aspiranti “okkupanti” hanno replicato alla preside: “Abbiamo provato a occupare la nostra scuola perché vogliamo che non sia un luogo di ansia e paura, ma uno spazio di felicità e socialità – scrivono sui social – . Vogliamo una scuola che ci prepari ad affrontare la vita, e se non lo fa allora dobbiamo prenderla nelle nostre mani. Abbandonare le lezioni e le verifiche per avere il tempo di imparare ciò di cui abbiamo veramente bisogno e che la scuola non ci dà la possibilità di imparare, come ad esempio l’educazione sessuale. Non volevamo occupare contro la preside o i prof – ribadiscono – ma non ci sentiamo ascoltati. Non è possibile che in ogni occasione di confronto veniamo zittiti o non veniamo ascoltati”.

 

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