Pinuccio Tatarella 25 anni dopo. Il 7 febbraio giornata di dibattito e riflessione su un’eredità irrinunciabile
Giuseppe Tatarella 25 anni dopo. Un personaggio che merita sempre un’attenta riflessione per l’eredità che ha lasciato al suo mondo, quella della destra, ma non solo. Per questo mercoledì 7 febbraio il “ministro dell’armonia” sarà ricordato al Senato, alla presenza anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fautore di una destra riformista e senza tentazioni estremistiche, sostenitore della necessità di un dialogo rispettoso con l’avversario pur nella tutela delle reciproche identità. Una destra fiera di se stessa e senza complessi di inferiorità. Questo era Giuseppe Tatarella detto Pinuccio.
L’omaggio alla figura di Tatarella, al suo pensiero e al suo lascito politico ancora attualissimo sarà reso nel corso di un convegno che si terrà alle 17.30 presso la Sala Koch, al quale parteciperanno il presidente della Fondazione An Giuseppe Valentino, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, i giornalisti Maurizio Belpietro, Stefano Folli e Antonio Polito e al quale presenzierà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questo appuntamento sarà preceduto, alle 16.30 presso la Sala Maccari, da un momento dal valore altamente simbolico: l’annullo di un francobollo per Tatarella, con gli interventi del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso e del capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, moderati da Italo Bocchino e con l’introduzione di Fabrizio Tatarella.
Tatarella fu un politico lungimirante: immaginò, quando sembrava impossibile, il protagonismo della destra nel sistema bipolare. Credeva nel maggioritario perché credeva nella forza delle alleanze. E l’alleanza principale da fare era per lui quella sul presidenzialismo. Uomo di destra privo di nostalgie, riteneva che la destra c’era prima del fascismo e ci sarebbe stata dopo. Convinto che l’inclusività fosse un valore, non aveva paura delle parole come quando utilizzò l’espressione “poteri forti” in un’intervista del 1994. Espressione destinata a entrare saldamente nel lessico politico italiano. Di questo e di altri molteplici aspetti della sua personalità e del suo pensiero si parlerà il 7 febbraio sancendo ancora una volta che quello tatarelliano è un lascito di cui la destra politica non può fare a meno. L’evento è promosso da Fondazione An, Secolo d’Italia e Fondazione Tatarella.