Navalny, in settimana l’ultimo saluto pubblico al dissidente. Lo staff cerca “locali idonei”

26 Feb 2024 15:20 - di Eugenio Battisti

Ci sarà un ultimo saluto pubblico per Alexey Navalny, dopo che ieri la salma del principale oppositore di Putin è stata restituita alla madre. “Stiamo cercando un locale per l’addio, in pubblico, ad Alexey”, previsto per la “fine di questa settimana lavorativa”. Lo ha scritto in un post su X Kyra Yarmish, per anni portavoce del dissidente russo morto (ucciso?) in un carcere in Siberia all’età di 47 anni. Nessun dettaglio per ora. Nel messaggio via social Kyra Yarmish chiede a chi avesse “locali idonei” disponibili di contattare lo staff di Navalny.

Navalny, lo staff: cerchiamo un locale per l’addio pubblico

Il luogo della sepoltura è ancora top secret, dopo le accuse della madre del dissidente (che si è recata a Salekhard, a 2.000 chilometri da Mosca fa per vedere il corpo senza vita del figlio) di essere stata ricattata dal Cremlino per impedire un funerale pubblico. Il timore di Putin è che le esequie possano diventare un momento di forte dissenso a poche settimane dal voto. Ma soprattutto che il luogo della sepoltura di Navalny possa diventare in breve tempo una sorta di “mausoleo del dissenso” e meta di pellegrinaggi.

Morto prima di essere liberato per uno scambio di prigionieri

Intanto Maria Pevchikh, della Fondazione anticorruzione di Navalny, sul suo canale Youtube, ha rivelato che il dissidente russo è morto alcuni “giorni” prima di essere liberato sulla base di uno scambio di prigionieri che era nella “fase finale” di negoziazione. Che si era bloccato per il netto rifiuto di Putin.

Abramovich mediatore della trattativa

Lo scambio – continua Pevchikh – prevedeva, in cambio della scarcerazione dell’oppositore russo, e di due cittadini americani, il rilascio di Vadim Krasikov, ufficiale dei servizi di sicurezza russi detenuto in Germania. La portavoce della Fondazione anticorruzione ha rivelato anche che a svolgere la mediazione  sarebbe stato Roman Abramovich, l’oligarca russo ed ex proprietario del Chelsea Football Club. Pevchik ha aggiunto che all’inizio l’idea di uno scambio sembrava “impossibile”, ma poi si era riusciti a raggiungere l’idea di “uno scambio umanitario”, con il rilascio di “spie russe in cambio di prigionieri politici”.

“Putin ha bloccato lo scambio e lo ha fatto uccidere”

Inoltre ricorda che lo stesso Putin, nella controversa intervista delle scorse settimane con il giornalista americano Tucker Carlson, aveva fatto riferimento al caso Krasikov,  parlando della detenzione del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershokovich. “Ma tutto è stato vano. E alla fine Putin ha dato l’ordine di uccidere Navalny”, accusa ancora Pevchik, “perché l’oppositore era un vero politico, seguito da milioni di persone. Era tutto quello che Putin non poteva essere e Putin l’odiava per questo”.

Il Cremlino: nessun ruolo nella consegna del corpo

Intanto Mosca nega qualsiasi ruolo nella consegna alla famiglia del corpo di Navalny, dopo 9 giorni dalla morte e un lungo braccio di ferro con la madre Liudmila. “Vladimir Putin non ha nulla a che vedere con la decisione di consegnare alla famiglia il corpo”. Lo ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha poi definito “assurde” le accuse dei sostenitori di Navalny su pressioni della presidenza sulla donna. “Il Cremlino non ha nulla a che fare con le questioni che riguardano la sepoltura di Navalny. Di conseguenza non può esercitare pressioni”.

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