Milano, 15enne accoltellato a scuola da un 18enne. La violenza in classe al centro del dibattito politico

6 Feb 2024 17:39 - di Sveva Ferri
15enne accoltellato a scuola

Un 15enne è stato accoltellato a una coscia nella sua scuola, un istituto professionale a Pieve Emanuele, in provincia di Milano. L’aggressione è avvenuta intorno alle 14.20, al momento dell’uscita. La vittima è stata soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale in codice rosso, successivamente il codice è stato trasformato in arancione. I carabinieri hanno fermato un 18enne, identificato e rintracciato a Rozzano, dopo che si era dato alla fuga. L’aggressore, arrestato per lesione aggravate, non è iscritto alla scuola della vittima.

Per il 15enne accoltellato a scuola fermato un 17enne

Il 15enne, che avrebbe perso molto sangue, non è in pericolo di vita. Attualmente, secondo quanto riferito da una nota dell’Arma, sono ancora in corso le indagini per capire il movente. Secondo le prime indiscrezioni, però, a far scattare l’aggressione potrebbe essere stato un litigio legato a una ragazza. MilanoToday riferisce anche di aver appreso che aggressore e vittima avevano già discusso nei giorni scorsi. Secondo una nota dei carabinieri la lite sarebbe avvenuta via social. Gli attimi precedenti la scena dell’accoltellamento, secondo quanto emerso, sarebbero stata ripresi dalle telecamere di sorveglianza del plesso, nel quale hanno sede anche la protezione civile e la polizia locale. Dopo la discussione il 15enne avrebbe cercato riparo all’interno dell’istituto, dove però poi è stato raggiunto dal 18enne. Grazie alle riprese è stata anche ritrovato il coltello, che era stato gettato in un cestino.

Un episodio tutt’altro che isolato

Un episodio di accoltellamento a scuola, sempre nel Milanese, si era verificato già meno di un mese fa: a metà gennaio un ragazzino di 16 anni di un centro professionale di San Donato Milanese era stato accoltellato da un compagno di classe, anche in quel caso intorno all’orario di uscita da scuola e al culmine di una lite per futili motivi. La vittima aveva ricevuto una prognosi di sessanta giorni, l’aggressore un arresto con l’accusa di tentato omicidio. Ma casi del genere emergono dalle cronache di tutta Italia.

Il dibattito scatenato dall’accoltellamento dell’insegnante di Varese

Il nuovo caso arriva mentre infiamma il dibattito sulla sicurezza nelle scuole, a seguito dell’accoltellamento di una insegnante a Varese. Un episodio non isolato, ma parte di un fenomeno che vede con frequenza preoccupante gli insegnanti vittime di aggressione da parte di studenti e genitori. Ragionando di questo, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, oltre a richiamare alla responsabilità genitoriale, rispondendo alle domande del Messaggero di oggi ha anche aperto alla possibilità di “una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole nelle aree particolarmente a rischio”. Il ministro ha invece escluso l’utilizzo di controlli all’ingresso come “metal detector o cose del genere”, sottolineando che l’azione preventiva consiste in altro.

Valditara apre a una maggiore presenza delle forze dell’ordine a scuola, ma avverte: “Solo la repressione non basta”

“È chiaro che agire solo dal punto di vista repressivo non basta, bisogna intervenire prima. Quando un ragazzo ha problemi che possono sfociare in episodi di aggressività non può essere abbandonato a sé stesso. Anche dare valore al voto in condotta, come abbiamo fatto nel disegno di legge ora all’esame del Parlamento, per questi casi serve a poco”, ha detto Valditara, pur rimarcando l’importa di quel giudizio, che “tornerà a fare media”, e delle previste “attività di cittadinanza solidale” per “le violazioni più gravi”. Ci sono casi però, ha proseguito Valditara, sempre facendo riferimento all’episodio di Varese, nei quali “la scuola deve essere supportata con un servizio di tipo psicologico, eventualmente psichiatrico. I ragazzi che abbiano un forte disagio vanno aiutati. Voglio parlarne con il collega Schillaci: se il ministero della Salute sarà d’accordo, potremmo creare un presidio a livello di distretti provinciali, per offrire alle famiglie e alle scuole un punto di riferimento, un presidio territoriale a cui rivolgersi”.

Suor Monia Alfieri: “Bene Valditara su forze dell’ordine: vanni inserite in un dialogo educativo”

“Sono pienamente d’accordo con la proposta del ministro Valditara di prevedere la presenza delle forze dell’ordine in quelle realtà scolastiche dove più forte è il pericolo che il personale scolastico o gli studenti stessi possano essere oggetto di violenza”, ha commentato suo Anna Monia Alfieri, interpellata dall’agenzia di stampa Adnkronos. “Ovviamente – ha aggiunto – la presenza delle forze dell’ordine deve essere inquadrata da un punto di vista didattico: il poliziotto, il carabiniere che gira per i corridoi non è il secondino, ma una figura che è coinvolta nella realizzazione dell’offerta formativa e può intrattenere con gli studenti un dialogo educativo e costruttivo”.

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