Meloni a Catania: c’è un’altra giovanissima vittima di violenza sessuale, lo Stato garantirà giustizia
Una visita, quella della premier Giorgia Meloni a Catania, che arriva nel giorno dedicato a Sant’Agata ma anche nella giornata che fa registrare la denuncia di un orribile episodio di cronaca: lo stupro di gruppo ai danni di una ragazzina di 13 anni per il quale sono stati fermati sette egiziani, tre dei quali minorenni. Una vicenda che la lasciato la città incredula e sgomenta.
La presidente del Consiglio è arrivata nel pomeriggio di sabato alla gigafactory 3Sun, del gruppo Enel, di Catania, che si appresta a passare, entro la fine dell’anno, dagli attuali 200 megawatt (MW) circa a 3 gigawatt (GW), diventando così la più grande fabbrica per la produzione di celle e moduli solari in Europa. Per sviluppare il sito etneo Enel Green Power ha ottenuto un pacchetto di 560 milioni di euro di finanziamenti grazie alla collaborazione tra la Banca europea per gli investimenti (Bei), sostenuta da InvestEU, e un pool di banche italiane, guidate da UniCredit e comprendente Bper Banca (Corporate & investment banking) e Banco Bpm, affiancate da Sace.
“Oggi è la Festa di Sant’Agata, una delle tre manifestazioni religiose più partecipate al mondo. Una storia che celebra una giovanissima martire – ha detto Meloni nel suo intervento alla Gigafactory Sun3- della tradizione cristiana. E oggi c’è stata un’altra giovanissima vittima di violenza sessuale. Voglio dirlo per esprimere la mia solidarietà a lei e alla sua famiglia, al fidanzato, per dirle che lo Stato ci sarà e che lo Stato garantirà che sarà fatta giustizia. Scusate la digressione ma mi ha colpito molto questa notizia”.
“La scommessa – ha aggiunto – è far diventare Catania uno dei poli più importanti nel settore dei pannelli fotovoltaici“. Ha quindi ricordato “tutti gli allarmi lanciati sulla capacità dell’Italia di essere competitiva nella spesa legata al Pnrr ma oggi, dopo un anno, abbiamo ottenuto anche il pagamento della quarta rata e presentato gli obiettivi della quinta”.
“Io non voglio un Sud che viva di sussidi – ha concluso – voglio “un Sud dove ci siano gli strumenti per competere ad armi pari”. Dobbiamo “colmare il gap per dimostrare quanto vale senza avere le discriminazioni che ha avuto in passato”. Giorgia Meloni ha infine sottolineato che “le risorse del Pnrr dedicate al mondo degli agricoltori passano ad 8 miliardi di euro”.
“Non ha molto senso che noi – ha detto ancora – mentre ci liberiamo da una dipendenza energetica dalla Russia, ci consegniamo mani e piedi a catene di approvvigionamento che non controlliamo. Noi dobbiamo essere in grado di produrre una tecnologia che interessa le nostre scelte strategiche per essere padroni del nostro destino e la ragione per cui siamo convinti che l’Italia possa essere un hub per l’approvvigionamento europeo ed il Sud ha un ruolo centrale. L’Italia, anche con il Piano Mattei, può essere la porta d’ingresso per l’energia prodotta da altre nazioni da esportare in Europa”.
Continuano gli errori.
Liberarsi dalle forniture energetiche russe vuol dire consegnarsi ad una schiavitù di approvvigionamento verso gli USA (che fanno i loro affari, giustamente) e verso aree instabili del mondo. La crisi del 1972/74 (io c’ero, allora) non ha insegnato nulla, evidentemente.
Con le leggi che ci sono in Italia puoi fare di tutto non vai in galera nemmeno se ammazzi.