La Russa: “Amadeus ha parlato delle foibe, ma poteva nominare il comunismo. Ghali? Troppo di parte”
“Un festival con una punta dolorosa, quella di essere entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico. Quello è l’elemento peggiore di tutto il festival”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1 commentando quanto avvenuto sul palco del Festival di Sanremo. “I cantanti possono dire quello che vogliono, ma devono essere corretti. O almeno c’è il dovere di chi conduce di equilibrare. Sarebbe bastato dire: ‘Io ricordo gli ostaggi che sono tuttora in mano ai terroristi di Hamas’. Bastava questa frase”. “Non è che il Festival si deve occupare di tutto, poteva non entrare in politica internazionale. Ma, se ci entri, devi entrarci in maniera equilibrata”. Una giornata intensa quella del presidente di Palazzo Madama, tra l’intervento in radio e quello televisivo, ospite di Quarta repubblica da Nicola Porro in onda questa sera. Le agenzie hanno anticipato molti passi del colloquio su Rete 4.
La Russa: “Amadeus il prossimo anno? No, ha già dato”
Tanti i temi che La Russa ha trattato a tutto campo: da Sanremo alle riforme, dalle Europee al flop dell’inchiesta di Fanpage sulla Lobby Nera, che è stata archiviata. Dall’amichettismo di sinistra nella cultura, fino al silenzio della sinistra sulle foibe. Tanti spunti offrono le risposte franche del presidente del Senato. Andiamo per ordine, Sanremo dunque. “Se confermerei Amadeus per il prossimo Sanremo? No, con tutto il rispetto ha già dato, accontentiamolo visto che ha detto che vuole andare via. Intanto non credo mai alla totale sincerità di chi dice ‘non tornerò più’: a volte si dice perché si pensa di non esser confermati”. I conduttori insistono sulla polemica sanremese del cantante Ghali sulla quale si è registrato un cortocircuito nel Pd. Fassino lo ha criticato: («Il 7 ottobre Hamas ha massacrato centinaia di giovani che assistevano pacificamente a un festival musicale. E decine di altri ragazze e ragazzi di quel concerto sono tuttora ostaggi nelle mani di Hamas. Sconcertante che in un evento musicale come a Sanremo 2024 nessuno lo abbia ricordato»: il tweet di Fassino per il quale il Pd ha storto il naso).
“Per fortuna Amadeus ha ricordato le foibe. Ma poteva nominare i comunisti…”
“A sinistra lo stanno linciando perché ha detto una cosa di buonsenso”, afferma La Russa circa l’affermazione del vicepresidente della Commissione Difesa della Camera. “Per fortuna Amadeus si è ricordato delle foibe – ha continuato La Russa –. Ma lo ha fatto come se non sapesse che il 90% di chi ascolta sotto i 50 anni non sa nemmeno chi è il Maresciallo Tito. Doveva dire ‘i comunisti’, che c’è di male?“. Sul tema del Giorno del Ricordo si è poi ampiamente soffermato da Nicola Porro. “Io non ho mai chiesto, perché uno deve dichiarare spontaneamente. Non devono essere gli altri a fare l’agenda di quello che devi o non devi dire. Però certo è significativo il fatto che nessuno di loro abbia sentito il bisogno di intervenire su questa vicenda. Devo però dire che quando ne ho parlato al Senato tre giorni fa, si sono alzati in piedi tutti nel gruppo del Pd. E non hanno minimamente censurato neanche con l’atteggiamento le mie parole di ricordo delle foibe”.
La Russa: “Mi sarei aspettato le scuse di Fanpage”
Una staffilata La Russa la “infilza” a Corrado Formigli. L’archiviazione dell’inchiesta sulla Lobby Nera è stata grossa. “Io mi sarei aspettato le scuse di Fanpge e della trasmissione che ha pompato a dismisura” quell’inchiesta. C’è “un vergognoso silenzio” sottolinea il presidente del Senato. Nicola Porro lo incalza sul tema dell’egemonia culturale sul quale le polemiche si sono sprecate: “E’ un problema di equilibrio, non di amichettismo, di dare finalmente la possibilità a chi non la pensa anche in maniera organizzata o quasi a sinistra, di avere le stesse chances che hanno avuto alcuni anche bravissimi; ma che sono lì perché sono di sinistra”.
“Non ho amichettismi in famiglia”
Non si sottrae La Russa. “Io non ho amichettismi in famiglia. Hanno detto che mio figlio Geronimo è stato nominato nel cda del Piccolo Teatro. Ma dimenticano di dire – rimarca – che è un incarico, su cui io non ho avuto il minimo peso, gratuito. E che nello stesso momento in cui è stato nominato mio figlio, avvocato, inserito in un contesto culturale e sociale, è stato nominato un ragioniere del Pd. Che aveva come merito di essere stato trombato alle precedenti elezioni”.
“Non giustifico fare le pulci alla premier sul passato di famiglia”
E, a proposito di polemiche “ad personam” contro la premier ed esponenti del governo dà una lezione di “grammatica” politica: “E’ giusto fare le pulci al presidente del Consiglio su quello che fa mentre è al governo. Se si va a cercare – come nel caso di Meloni- che cosa ha fatto un padre che non vede da quando era piccola, questo non lo giustifico neanche un po'”. Così il presidente del Senato a proposito dell’inchiesta di “Report”. Poi si parla di riforme, tema che sta facendo salire il termometro della polemica con il centrosinistra.
Riforme: “Con il premierato Meloni pensa ai prossimi 30 anni, non solo nel breve periodo”
“La Meloni, Fdi e il centrodestra proponendo che il capo del governo sia eletto direttamente dai cittadini, dal popolo, non pensa solo a quello che succederà fra 3 anni. Ma a quello che succederà nei prossimi 30 anni. Vogliono evitare che in futuro vi sia al governo gente che non ha vinto le elezioni, fino a quando questa riforma durerà”. E sui poteri del presidente della Repubblica osserva: “In un sistema com’è stato fino adesso, in cui alla fine delle elezioni non si sapeva chi aveva vinto, lì il presidente della Repubblica per fortuna ha avuto un ruolo, un ottimo ruolo. Ma col sistema del premierato, siccome con l’elezione diretta del popolo ci sarà sempre un vincitore, a quel punto il ruolo minore del presidente è perché non c’è l’incertezza”.