La Fondazione An presenta “Dall’Italia al cielo”, ritratti di istriani e giuliano-dalmata: da Missoni a Laura Antonelli

9 Feb 2024 15:57 - di Romana Fabiani

Dall’Italia al cielo-Ritratti di istriani, giuliani e dalmati”: il 14 gennaio, in anteprima nazionale a Roma (nei locali della Fondazione An), si terrà la presentazione dell’ultimo libro di Cristina Di Giorgi, pubblicato da Eclettica Edizioni e “dedicato a tutti gli italiani due volte”, come sottolinea l’autrice che riprende una citazione di Ottavio Missoni, “italiani per nascita e per scelta”. Il libro, con la prefazione di Marino Micich, è un mosaico di vite di italiani che hanno messo l’Italia al primo posto. Figure diversissime tra loro, tempi e luoghi distanti: sono artisti, intellettuali, sportivi, giornalisti, tutti accomunati dall’amore per l’Italia.

La Fondazione An presenta Dall’Italia al cielo di Cristina Di Giorgi

Il convegno-dibattito sarà moderato dalla giornalista Gloria Sabatini; al microfono si alterneranno oltre all’autrice, Antonio Rapisarda, neodirettore del Secolo d’Italia, Roberto Macioce de Il Giornale, Silvano Olmi,  presidente del Comitato 10 febbraio, Alessandro Amorese, capogruppo di FdI in commissione Cultura della Camera, Roberto Menia, senatore di FdI e padre della legge che istituì il Giorno del Ricordo 20 anni fa e Paola Frassinetti sottosegretario all’Istruzione.

Ritratti di istriani, giuliani e dalmati amanti dell’Italia

“L’idea del libro – racconta Di Giorgi –  è nata con il Comitato 10 febbraio per celebrare le parabole di vita di esuli giuliano-dalmati famosi e dimostrare che da quelle terre arrivarono in Italia storie importanti. Che rappresentano un messaggio forte e attuale per le nuove generazioni nella prospettiva  della costruzione di una coscienza civica”. Dall’Italia al cielo non ricostruisce solo le biografie degli esuli e dei protagonisti del dramma dell’esilio e delle foibe, una pagine più atroci della storia nazionale, per decenni ignorata o manipolata. Ci sono personaggi antecedenti, come Carlotta Grisi, istriana, nota ballerina diventata famosa per l’interpretazione Giselle, o Niccolò Tommaseo, linguista, scrittore e patriota dell’800. Non mancano i ritratti al femminile: da Laura Antonelli ad Alida Valli. Ma anche giornalisti sportivi con Enzo Bettiza, Ezio Loik, fiumano doc, uno dei simboli del grande Torino degli anni ’40, artisti come Sergio Endrigo.

Verso una memoria condivisa, il negazionismo ha perso

Politica e ideologia non c’entrano. Qui si parla di italiani, senza tentazioni retoriche. Del resto – sottolinea l’autrice – l’eccidio perpetrato dai titini non colpì solo i fascisti. Fu un’operazione di pulizia etnica, come dimostra la storiografia seri, libera dai lacci della politica e dell’ideologia. Tra le vittime delle foibe ci furono comunisti non in linea con la violenza dei partigiani di Tito, militanti del Comitato di liberazione”. Si può parlare di memoria condivisa? Dopo decenni di oblio esiste una coscienza comune? “Non parlerei di memoria condivisa – dice Di Giorgi – è ancora presto. Certamente la legge che ha istituito il Giorno del Ricordo del 2004 è un punto di partenza prezioso. Da allora si sono fatti grandi passi in avanti”. Basta guardare alla celebrazione al Quirinale del presidente Mattarella o al ricordo istituzionale dei presidenti di Camera e Senato, Fontana e La Russa. “Si è alzato il velo. Purtroppo assistiamo a rigurgiti di negazionismo o ad atti di vandalismo sulle targhe delle vittime delle foibe e di Norma Cossetto. Atteggiamenti ed episodi che non hanno aderenza con la realtà. Se pensano di fermare così il progresso verso la memoria condivisa, stanno perdendo il loro tempo”.

 

 

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