Il presidente Milei lancia l’Internazionale dei Conservatori “nel segno della giustizia sociale”

13 Feb 2024 8:27 - di Lucio Meo

La visione del presidente argentino Javier Gerardo Milei, che ieri ha incontrato il premier italiano Giorgia Meloni, è di ampio respiro. Agli strali contro il comunismo, che da mesi caratterizzano la sua comunicazione politica e tanto infastidiscono gli “opinion leader” internazionali, oggi in una lunga intervista a Libero fa seguire un ragionamento politico parallelo a quello che sta sviluppando in Europa la Meloni. Ovvero, l’idea di creare un rassemblament politico-intellettuale delle forze conservatrici, in tutto il mondo, anche perché – spiega –  “il problema è che la sinistra è in vantaggio di trent’anni rispetto a noi”.

Milei e il coordinamento internazionale dei Conservatori

La sinistra ha un coordinamento internazionale… fa notare Mario Sechi. “Esattamente. E’ quello a cui stiamo lavorando”, risponde Milei. Che ha piacere a parlare anche della sua Argentina e dei cambiamenti in atto col metodo della ‘motosega’. “In meno di due mesi abbiamo mandato via 50 mila dipendenti pubblici, non ho rinnovato 10 mila contratti e 200 mila piani di assistenza. Abbiamo eliminato l’Opera Pubblica, cancellato il 98% dei trasferimenti discrezionali alle province e dimezzato il numero dei ministeri. La motosega ha tagliato la spesa reale del 30% e ridotto un deficit finanziario maggiore di 5 punti rispetto al Pil. Dopo due mesi abbiamo raggiunto l’equilibrio finanziario…”. Non gode di buona stampa, il presidente, ma racconta che lavora 18 ore al giorno. “Abbiamo contro i media ma sveleremo al Paese chi sono i ladri Gli Stati Uniti per me restano la sede delle libertà”. L’Argentina è da 100 anni che ha intrapreso un percorso di dosi crescenti di socialismo – dice ancora Milei – “è passata così da essere il paese più ricco del mondo al 140° posto di oggi. Abbiamo il 50% di poveri, il 10% di indigenti, la ricetta della ‘socialdemocrazia cool’ non ha funzionato e l’emblema del fallimento è proprio la giustizia sociale…”.

La “riconciliazione” con Papa Bergoglio

Settanta minuti. “È stato un incontro profondo. Naturalmente, all’inizio della conversazione ho chiesto subito scusa al Papa per le mie affermazioni su di lui di quando ero più giovane. Il Papa mi ha detto: ‘Tutti quando siamo giovani commettiamo errori, non ti preoccupare’. Ho rinnovato il mio invito al Papa a venire in Argentina. Abbiamo parlato del programma economico, ho raccontato cosa abbiamo ereditato, ho spiegato le varie alternative e i risultati possibili. C’è stata una coincidenza con il Papa in questo senso, ha manifestato la sua approvazione sul programma economico e ha manifestato la sua preoccupazione per i settori più vulnerabili. Ho commentato con il Papa quello che stiamo facendo sul ministero del Capitale umano, per aiutare non solo le fasce più vulnerabili, ma anche altri attori medi, settori della vita sociale che per noi sono di grande importanza… L’‘appoggio del Papa è  stata una sorpresa importante, molto positiva”.

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