Il Canada paga l’immigrazionismo di Trudeau: affitti più cari e sanità in crisi. E i cittadini dicono basta
Le politiche immigrazioniste presentano il conto al premier canadese Justin Trudeau, che è riuscito nell’impresa di rendere anche gli inclusivissimi canadesi ostili all’aumento incontrollato della popolazione straniera. Secondo un recente sondaggio di Ekos Research, presentato in esclusiva dall’agenzia Reuters, infatti, a ottobre il 44,5% dei canadesi ha lamentato una presenza eccessiva di immigrati, collegando il malcontento all’impennata degli affitti, legata in particolare agli studenti stranieri, e alla sofferenza del sistema di assistenza sanitaria. Si tratta, scrive Steve Scherer, che firma l’articolo dell’agenzia di stampa britannica, di “un cambiamento epocale nell’opinione pubblica, che potrebbe minare le possibilità di Trudeau di vincere le prossime elezioni”. Il voto dovrebbe tenersi il prossimo anno e il principale sfidante del premier, il leader del partito conservatore Pierre Poilievre, sta prevalendo nei sondaggi.
L’impennata di immigrati durante il governo Trudeau
Trudeau, ricorda ancora la Reuters, aveva puntato sull’immigrazione per stimolare la crescita e reperire manodopera. Secondo i dati riferiti dalla stessa agenzia, in un precedente focus sul tema, da quando nel 2015 è arrivato al governo “ha portato circa 2,5 milioni di nuovi residenti permanenti, portando la popolazione a superare i 40 milioni”. L’anno scorso, inoltre, la popolazione residente ha visto l’impennata più forte degli ultimi sessant’anni “grazie quasi esclusivamente all’immigrazione”.
Gli ingressi senza limiti presentano il conto ai canadesi: affitti più cari e sanità in crisi
A quanto pare, però, l’irriducibile liberal Trudeau non aveva fatto i conti con i costi dell’operazione, in termini economici e sociali. Fra questi, il picco di inflazione degli affitti, che nell’ultimo trimestre del 2023 ha toccato il 7,8%. “Uno dei motivi per cui siamo arrivati qui è che i governi (provinciali e federali) semplicemente non volevano toccare la questione per paura di sembrare xenofobi”, ha affermato Mike Moffatt, direttore fondatore del Place Centre, un think tank che si occupa di edilizia sostenibile.
L’esperto di immigrazione: “C’è stata arroganza, i nodi ora vengono al pettine”
Secondo l’esperto di immigrazione Kareem El-Assal ormai “i nodi stanno venendo al pettine”, dopo che c’è stata “un po’ di arroganza nel pensare che potessimo semplicemente aumentare i nostri livelli di immigrazione e di residenti temporanei per sempre senza che ci fosse alcun contraccolpo di sorta”. E ora che il contraccolpo è arrivato il governo sta cercando di correre ai ripari, limitando il numero di permessi di residenza permanenti e tagliando i permessi di studio per gli studenti stranieri. Con tanto di ammissione di colpa del ministro dell’Immigrazione Marc Miller, che ha parlato di sforzi per ridurre “l’enorme volume” di nuovi arrivi, “che è appena andato fuori controllo”.