Giulio Regeni, al via il processo agli 007 egiziani. I genitori: “Aspettavamo questo momento da 8 anni”

20 Feb 2024 13:07 - di Agnese Russo
giulio regeni

Si è aperto oggi davanti alla Prima Corte d’Assise di Roma il processo ai quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore friulano rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. “Erano otto anni che aspettavamo questo momento”, hanno detto i genitori Claudio e Paola Regeni per il tramite dei loro avvocati, Alessandra Ballerini e Giacomo Satta.

Al via il processo per l’omicidio di Giulio Regeni

“Finalmente speriamo che questo processo possa partire, sono state sollevate le questioni preliminari che erano già state rigettate in tutte le altre aule e quindi speriamo, dopo la decisione della Corte Costituzionale che rafforza molto la nostra posizione, di poter avere un processo contro chi ha fatto tutto il male del mondo a Giulio”, ha aggiunto l’avvocato Ballerini.

I genitori: “Aspettavamo questo momento da 8 anni”. Anche Palazzo Chigi parte civile

In aula i difensori dei quattro 007 egiziani imputati hanno sollevato una serie eccezioni preliminari. I quattro agenti della National Security imputati sono il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per il reato di sequestro di persona pluriaggravato. Nei confronti di quest’ultimo i pm contestano anche il concorso in lesioni personali aggravate e il concorso in omicidio aggravato. Nel procedimento si sono costituite parti civili la famiglia Regeni e la presidenza del Consiglio dei ministri.

La difesa degli 007 insiste sulle eccezioni preliminari. La decisione dei giudici attesa per metà marzo

Con le eccezioni preliminari sollevate, i difensori dei quattro 007 egiziani hanno chiesto di dichiarare la nullità del decreto che dispone il giudizio sostenendo tra, l’altro, che lo Stato italiano non ha giurisdizione per poter procedere. “Abbiamo chiesto di far sapere all’Egitto che sono cambiati i presupposti”, ha spiegato l’avvocato di uno dei quattro imputati Tranquillino Sarno, sostenendo che “la sentenza della Corte costituzionale dice che anche in mancanza di notifica agli imputati in questo specifico caso il processo si può fare. E visto che la sorte degli imputati dipende da un terzo, ossia lo Stato egiziano che non mi risulta un Paese tendenzialmente democratico, abbiamo prospettato la questione alla corte”. La procura di Roma, e le parti civili ha chiesto il rigetto delle questioni sollevate, sottolineando come queste siano state già respinte da altri giudici. La decisione della Corte d’Assise sul punto è attesa per il prossimo 18 marzo.

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