Foibe, la vergogna senza limiti: il Pd fa slittare ancora il voto per il ritiro dell’onorificenza a Tito

14 Feb 2024 19:19 - di Sveva Ferri
onorificenza tito

Slitta nuovamente il voto, in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, sul testo base per arrivare al ritiro dell’onorificenza a Tito, il cui nome resta indissolubilmente legato all’eccidio degli italiani nelle foibe. Di nuovo l’opposizione, Pd in testa, ha fatto melina, e impedito che finalmente si gettassero le basi per sanare la vergogna per cui un dittatore comunista massacratore di italiani risulta fra i benemeriti della Repubblica, con il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito. Il relatore del provvedimento per la revoca, Alessandro Urzì di FdI, ha spiegato la scusa adottata stavolta, a una settimana dal precedente slittamento: l’opposizione ha sostenuto che, poiché il dibattito sull’autonomia differenziata, anch’esso all’ordine del giorno, si è protratto troppo, non c’erano più i tempi per una possibile discussione sul testo sulle onorificenze. Francamente, una giustificazione insostenibile, offensiva della memoria degli italiani uccisi e della nostra stessa storia tout court, tanto più così a ridosso del Giorno del Ricordo.

Il Pd continua a evitare il momento del voto della legge per ritirare l’onorificenza a Tito

Tecnicamente il testo in discussione riguarda la modifica delle norme sulla revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, da cui passa la possibilità di revocare poi il riconoscimento a Tito, al secolo Josip Broz. Urzì ha ricostruito quello che è accaduto parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. Arrivati al punto relativo al ddl sulle onorificenze, “ho chiesto si potesse procedere alla votazione per l’adozione del testo base, ma c’è stata la richiesta scomposta dei deputati della sinistra, e in particolare del Pd, di poter intervenire”. Una richiesta “pretestuosa perché il dibattito c’era già stato”, ha ricordato Urzì, spiegando che “ho quindi colto un approccio teso a rinviare il momento dell’assunzione di una decisione”. Urzì ora è pronto a porre la questione in “ufficio di presidenza per garantire un tempo congruo di discussione la settimana prossima”. La settimana scorsa la spiegazione del no al voto era stata, in sintesi, che il testo era generico.

FdI: “Irrituale e sconcertante. Considerano la storia del dittatore la loro storia?”

“Trovo davvero irrituale che in Commissione Affari Costituzionali non siamo ancora riusciti a votare il testo sulla revoca dell’onorificenza al sanguinario maresciallo Tito a causa di chi ha dichiarato di avere ancora troppi interventi da fare sul tema e pertanto non saremmo riusciti a votare nei tempi utili”, ha commentato in una nota il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto, firmatario della proposta di legge per la revoca dell’onorificenza. “Le opposizioni – ha aggiunto – devono rendersi conto che questa sorta di ostruzionismo, che dura da anni, a un certo punto vedrà finalmente, ed a breve, la fine”. Di vicenda “davvero sconcertante” ha parlato Mauro Malaguti, ricordando che Tito fu “responsabile dello sterminio, nelle foibe, di migliaia di uomini e donne ‘colpevoli’ solo di essere italiani”. “Se qualcuno vuole conservare questa Storia – ha poi osservato il deputato di FdI – significa che la considera ancora la propria Storia e ciò sarebbe un fatto gravissimo, un’offesa alla nostra stessa Costituzione democratica oltre a un incomprensibile e ingiustificabile spregio di quelle vittime troppo a lungo dimenticate”.

Rampelli: “Una brutta pagina, forse serve ricordare i crimini commessi da Tito”

Sul caso è intervenuto anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che ha ricordato come l’onorificenza  fu “improvvidamente conferita nel 1969 dal presidente della Repubblica dell’epoca Giuseppe Saragat”. “Non credevo sarebbe stato necessario ribadire i crimini, in particolare quelli contro la comunità italiana presente nell’Adriatico orientale, commessi dal sanguinario tiranno assunto a leader della sinistra italiana, nonostante i suoi indegni massacri”, ha proseguito Rampelli, sottolineando che “l’atteggiamento ostruzionistico dell’opposizione in Commissione Affari costituzionali, per bloccare l’approvazione del testo unificato di tre proposte del centrodestra, rappresenta davvero una brutta pagina per il Parlamento e un’ulteriore offesa per gli italiani che hanno avuto congiunti infoibati o vissuto in prima persona il dramma dell’esodo forzato dalle terre istriane, giuliane e dalmate”. Si tratta di un atteggiamento, ha commentato ancora l’esponente di FdI, che “conferma uno strisciante negazionismo verso quella pagina dolorosa della storia nazionale o, peggio, un indecente giustificazionismo che allontana la sinistra dal sentimento patriottico e la fa ripiombare nel gorgo dell’ideologia comunista. Lo avevo dichiarato una settimana fa e, nonostante la reazione indispettita di chi si è sentito colpito dai miei giudizi – ha concluso Rampelli – lo confermo con sincera delusione alla luce degli episodi di oggi”.

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