Askatasuna, niente carcere per i violenti che ferirono gli agenti a bastonate: solo obbligo di dimora e fogli di via

2 Feb 2024 16:49 - di Lorenza Mariani
entro sociale Askatasuna

I violenti di Askatasuna non andranno in carcere: per loro, dopo gli scontroi del 1 maggio 2022,  solo obbligo di dimora serale o foglio di via per le violenze contro le forze dell’ordine. Nei giorni in cui il Comune di Torino ha disposto per il centro sociale l’inserimento nella lista dei beni comuni, il gip ha deciso che per i violenti del centro sociale sia sufficiente la misura dell’obbligo di dimora dalle 20 alle 8. E il combinato disposto delle due cose scatena reazioni risentite e perplessità a cui le forze dell’ordine hanno dato voce nel corso di una conferenza stampa in cui, fuori dai denti, hanno sottolineato: «Questa è la dimostrazione che la violenza contro la città e le forze dell’ordine trionfa contro la legalità. Siamo arrabbiati e delusi». FdI ha organizzato un sit in di protesta sotto Palazzo Civico. “Inaccettabile che il Comune di Torino sdogani l’illegalità, l’abusivismo e la violenza: la scelta di regolarizzare Askatasuna è una macchia indelebile alla credibilità delle istituzioni”.  Ad affermarlo, in una nota, Paola Ambrogio, senatore di Fratelli d’Italia.

Centro sociale Askatasuna, niente carcere per le violenze degli attivisti contro le forze dell’ordine

I sindacati di polizia non ci stanno a incassare il doppio colpo, e in sessione riunita con la stampa, i responsabili Siulp, Sap e Fsp, Eugenio Bravo, Antonio Perna e Luca Pantanella, sulla decisione del gip e su quella della giunta comunale di Torino di avviare un percorso di co-progettazione dello stabile – oggi sede del centro sociale Askatasuna – che lo porterà ad essere bene comune, rilevano amaramente: «Una gravissima scelta che fa sprofondare nell’oblio oltre un ventennio di violenze e aggressioni perpetrate nei confronti delle forze dell’ordine durante i servizi di ordine pubblico».

Il gip dispone per loro solo l’obbligo di dimora serale o il foglio di via: l’indignazione dei sindacati di polizia

E ancora. «La regolarizzazione del centro Askatasuna è la plastica dimostrazione di come il sindaco Lo Russo intenda rispondere alle azioni violente di questi facinorosi. Ritenendole assolutamente compatibili con la visione di uno stato di diritto. Un premio, un attestato, dunque, di benemerenza ai professionisti del disordine», hanno sottolineato i sindacati di polizia, che a stretto giro hanno anche aggiunto: «Per ogni sassolino che ci verrà lanciato addosso e per ogni vetrina infranta valuteremo di costituirci parte civile, e chiameremo in causa la responsabilità del Comune».

«Per ogni sassolino che ci verrà lanciato e per ogni vetrina infranta valuteremo di costituirci parte civile»

Infine, i sindacati di polizia hanno poi annunciato l’intenzione di chiedere un incontro urgente al prefetto di Torino «per rappresentargli la nostra grande preoccupazione e chiedere intervento affinché si possa impedire una deriva della legalità». Pertanto, hanno reso noto, «organizzeremo una raccolta firme per consentire ai cittadini di esprimere solidarietà alle forze dell’ordine e dire no a una scelta ingiusta e indegna di una istituzione comunale». Un malumore crescente e una beffa al quadrato che non possono passare sotto silenzio dopo la volontà del Comune di Torino di legittimare un’occupazione che va avanti da quasi 30 anni – uno stato di illegalità perpetrato da Askatasuna – a cui oggi si è risposto con la decisione di non punire i violenti.

Centro sociale Askatasuna, Chiorino (FdI): «Le istituzioni devono combattere illegalità, no avallarla»

«Il messaggio che passa ai violenti – scrive non a caso Il Giornale sulla vicenda – è che si può fare violenza sulle forze dell’ordine senza subire conseguenze al netto di un blando obbligo di dimora serale. Questo nonostante siano state acclarate lesioni personali agli uomini delle forze dell’ordine». Un punto su cui si è espressa nettamente in queste ore tra gli altri anche Elena Chiorino, assessore regionale e dirigente di Fratelli d’Italia, che in una nota ha sottolineato con vigore: «Violenza, scontri in pieno centro e bastonate alla polizia. Altro che iniziative sociali e beni comuni. Questa è Askatasuna: lo sanno tutti tranne il Partito Democratico che, a Torino, sembra avere altri piani».

Niente arresto per i violenti del centro sociale Askatasuna a seguito degli scontri del 1 maggio

Precisando quindi nel passaggio successivo: «Le istituzioni hanno il dovere di combattere l’illegalità, non di avallarla. Il nostro grazie va alle forze dell’ordine. Il blitz di questa mattina, che ha contribuito a preservare la sicurezza dei cittadini, ricorda a tutti con chi abbiamo a che fare: con un centro asociale composto da violenti». E l’operazione di polizia a cui fa riferimento la Chiorino è per l’appunto quella che ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari nei confronti di militanti di Askatasuna considerati responsabili di scontri con le forze dell’ordine il Primo Maggio 2022, con la Digos della Questura di Torino che ha bussato alle porte del centro sociale per notificare dodici  misure cautelari, obblighi di dimora e fogli di via.

Durante i disordini, le forze dell’ordine furono colpite con bastoni e con un lancio di bottiglie

Come riferisce l’Ansa, allora, «le indagini della Digos hanno portato all’identificazione delle persone che, alla testa dello “spezzone sociale”, il Primo Maggio 2022 si scontrarono con le forze dell’ordine in via Roma, nel centro di Torino. Nel tentativo di superare i cordoni di sicurezza, per raggiungere piazza San Carlo e contestare gli interventi dei sindacati e delle istituzioni. Durante i disordini, le forze dell’ordine furono colpite con bastoni e con un lancio di bottiglie. Tredici agenti restarono feriti». Di più. Nel capo d’imputazione si legge che gli indagati, assieme ad altre persone non ancora identificate «aderenti, o comunque solidali, ai centri sociali di area marxista e in particolare ad Askatasuna, usavano violenza nei confronti dei pubblici ufficiali disposti a tutela dell’ordine pubblico». Violenze che hanno causato «lesioni personali a una decina di operanti della Polizia».

Il gip boccia le richieste d’arresto e opta per l’obbligo di dimora serale e foglio di via

Ebbene oggi apprendiamo che, per quegli scontri, il gip ha deciso possa essere sufficiente la misura dell’obbligo di dimora dalle 20 alle 8. Dunque, il totale delle misure cautelari eseguite questa mattina è stato di 12. E, tra queste, nessuna in carcere. Così, tra obbligo di dimora (serale) e foglio di via, la violenza sui pubblici ufficiali finisce nell’archivio delle beffe senza risposta. Ma che scatenano, ancora una volta, indignazione e recriminazioni.

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