Usa, raggiunto l’accordo dei leader del Congresso sul tetto di spesa 2024. Ancora attacchi a Trump

8 Gen 2024 12:49 - di Redazione

Dopo mesi di contrapposizioni e di braccio di ferro fra repubblicani e democratici, e nell’attesa che si definiscano le figure dei candidati alla corsa alla Casa Bianca con Trump dato per favorito, i leader del Congresso degli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sul tetto della spesa per finanziare il governo federale nel 2024.

L’intesa raggiunta è stata annunciata dallo speaker della Camera Mike Johnson e permetterà alle due Camere di approvare le leggi di spesa.

Il tetto viene fissato a 1590 trilioni per l’anno fiscale 2024, con 886 miliardi di dollari per la difesa e 704 miliardi per spese non di difesa, ha riferito Johnson, a quanto riferisce il sito The Hill.

In questo clima gli Stati Uniti si preparano alla corsa elettorale del 2024 alla Casa Bianca e, soprattutto, nell’immediato, alle primarie per scegliere i candidati presidenziali.

Da questo punto di vista i sondaggi raccontano un’America non solo delusa ma arrabbiata con il presidente uscente Biden che ha ammesso di candidarsi controvoglia e solo per tentare di ostacolare Donald Trump le cui chance di aggiudicarsi per la seconda volta la Casa Bianca sono altissime. Anche se nelle ultime settimane la rivale repubblicana di origini indiane, Nikky Halley, ex-rappresentante permanente Usa alle Nazioni Unite, ha iniziato a prendere il largo nei sondaggi.

Cosi come i sondaggi raccontano che cresce il numero degli americani molto favorevoli al ritorno di Trump alla Casa Bianca per le sue azzeccate scelte economiche da presidente e i cui effetti benefici sugli Usa sono stati ora azzerati dall’amministrazione Biden.

Ieri un ragionamento di buonsenso di Trump sulla guerra civile americana ha scatenato la sua più feroce nemica repubblicana, Liz Cheney.

Donald Trump ha detto di pensare che la guerra civile americana si poteva evitare con “un negoziato” e che il presidente Abramo Lincoln avrebbe dovuto fare di più per evitare il conflitto.

Trump ha spiegato la sua tesi storica durante un comizio in Iowa, dove l’ex presidente è in testa ai sondaggi per le primarie repubblicane, riferisce la Cnn.

“Sono stati fatti tanti errori. Era qualcosa su cui bisognava negoziare, ad essere onesti. Penso potevano negoziare. E’ morta tanta gente”, ha affermato Trump, parlando del conflitto da lui definito “così orribile, ma anche affascinante” per la storia Usa.

In passato Trump ha sempre detto che, se fosse stato presidente, avrebbe potuto risolvere in breve tempo il conflitto fra Russia e Ucraina tramite un accordo.

“Quale parte della guerra civile ‘poteva essere negoziata’? – si è chiesta polemica sui social Liz Cheney, la repubblicana più critica verso Trump – la parte sulla schiavitù? Quella sulla successione? Domanda per i membri del partito repubblicano, quello di Lincoln, che sostengono Trump. Come potete difendere una cosa del genere?”.

Fra i padri della democrazia americana, Lincoln è considerato uno degli eroi del partito repubblicano. La guerra civile di Secessione (1861-65) scoppiò a causa dell’abolizione della schiavitù, cui si opponevano sette stati secessionisti del sud.

Altra tornata di polemiche gratuite contro Trump perché non ha firmato l’impegno – non è previsto alcun obbligo – a non rovesciare il governo che lo stato dell’Illinois chiede a tutti i candidati alle primarie del 19 marzo.

I media democratici si sono affettati a rivelarlo all’indomani del terzo anniversario dell’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando i sui sostenitori assaltarono Capitol Hill per protestare contro presunti brogli dietro alla vittoria del presidente Joe Biden.

L’impegno è contenuto in un giuramento di lealtà tradizionalmente richiesto a tutti i candidati in Illinois, ma non strettamente obbligatorio.

Trump l’aveva firmato nelle campagne elettorali del 2016 e il 2020.

Nel giuramento, i candidati affermano di non appartenere ad alcuna organizzazione comunista o “ad un’agenzia politica straniera, partito, organizzazione o governo che sostengano il rovesciamento con la forza del governo costituzionale”.

Largamente in testa ai sondaggi per le primarie repubblicane, Trump ha dichiarato ieri sera ad un comizio in Iowa che i rivoltosi del 6 gennaio ora in carcere sono “ostaggi” e andrebbero liberati subito.

“Bisogna liberare gli ostaggi del 6 gennaio. Hanno sofferto. Qualcuno li chiama prigionieri. Io li chiamo ostaggi. Rilascia gli ostaggi del 6 gennaio, Joe. Puoi farlo facilmente”, ha detto Trump rivolgendosi a Biden.

Trump, che Biden definisce “un pericolo per la democrazia”, è stato incriminato in quattro processi che riguardano le sua attività economiche e il suo ruolo nell’attacco del 6 gennaio.

Inoltre l’otto febbraio la Corte Suprema dovrà pronunciarsi sulla decisione del Colorado di non ammettere Trump alle primarie perché è stato coinvolto in una insurrezione.

 

 

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