Unione europea e geopolitica, Rauti: “Serve una difesa comune che non sia un doppione della Nato”
Il via libera del Parlamento all’ottavo pacchetto di aiuti all’Ucraina è una scelta di coerenza e continuità, un passo indietro sarebbe stato “un errore strategico”. Il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, fa il punto sul cambio di passo del governo negli scenari internazionali e sul fronte della sicurezza.
Ucraina, Rauti: indietro non si torna
“Anche questo pacchetto sarà costituito da equipaggiamenti e sistemi d’arma già in nostro possesso. Destinati a rafforzare solo e soltanto le capacità difensive ucraine”, spiega l’esponente di Fratelli d’Italia in un colloquio con l‘Adnkronos. “Vengono inviati anche aiuti umanitari, gruppi elettrogeni ed altro materiale utile alla resistenza della popolazione civile”. Il sottosegretario ha ricordato che il 2024 sarà “un anno cruciale per il conflitto. E l’Italia continuerà a sostenere tutti gli sforzi diplomatici per arrivare ad una de-escalation e per raggiungere un dialogo costruttivo. Con l’obiettivo di creare le condizioni per una pace giusta e duratura. Chi ha invaso non può vincere”.
Mo, l’Italai lavora alla stabilizzazione dell’area
In Medioriente l’Italia vuole contribuire al processo di stabilizzazione dell’intera area. “Come in Libano dove siamo presenti dal 1979 nell’ambito della missione Onu Unifil”, ha ricordato Rauti. “In gioco ci sono rischi politici globali, drammi umanitari che coinvolgono la popolazione civile. In quest’ottica, ricordo che l’Italia ha, per prima, inviato aiuti umanitari a Rafah con i velivoli dell’Aeronautica militare. E ha schierato Nave Vulcano che dall’inizio di dicembre opera quale ospedale di tipo ‘Role 2’ plus. L’unità della Marina Militare è ancorata nel porto egiziano di Al Arish, e – grazie ai team sanitari di Marina, Esercito e Aeronautica – presta assistenza a pazienti provenienti da Gaza”.
Ue, serve una difesa comune, non un doppione della Nato
Allargando lo sguardo all’Europa il sottosegretario alla Difesa ha ribadito la necessità di disegnare “una difesa comune che riguardi tutti i Domini, quelli tradizionali e quelli nuovi, e le sfide sempre più ibride e complesse”. Serve un sistema di difesa europea che non rappresenti un doppione della Nato. “Ma – chiarisce – capace di mettere a fattor comune le forze amate di tutti i Paesi dell’Unione europea rendendole interoperabili. Così come è necessario attuare la ‘bussola strategica’ dell’Ue, definitivamente approvata il 22 marzo 2022. Che fornisce un preciso piano d’azione per rafforzare la politica di sicurezza e di difesa europea entro il 2030”.
Strade Sicure, nel 2024 altre 1800 unità
Infine un plauso ai risultati raggiunti in 15 anni da ‘Strade Sicure’. “L’operazione, che viene svolta in concorso alle forze dell’ordine, rappresenta un impegno significativo della Difesa per garantire la sicurezza nazionale”, ha detto Rauti ricordando che “la legge di Bilancio recentemente approvata prevede per il 2024 un incremento complessivo di 1800 unità di cui 1000 nell’ambito dell’operazione Strade Sicure ed 800 come rafforzamento del dispositivo ‘Stazioni Sicure’. Portando così il totale dei militari impegnati a 6800 unità”.