Tre orsi avvelenati in Trentino, animalisti all’attacco della Provincia: ha nascosto la notizia
Tre dei sette orsi trovati morti lo scorso anno, in Trentino tra i quali Fiona-F36, sono stati avvelenati. È la novità emersa dal programma “Mi Manda RaiTre” andato in onda domenica 7 gennaio, che ha denunciato il fatto anche con delle immagini inedite dell’orsetto Nino-M89, che la Provincia trentina, nei mesi scorsi, avrebbe potuto liberare, ma ha invece deciso di condannare a una vita di prigionia.
“Questo dimostra che la popolazione è esasperata – ha detto Claudio Cia, consigliere del Gruppo misto in Provincia di Trento – Il problema oggi è che la politica non riesce a essere incisiva perché viene fermata, non riesce ad intervenire. Così ci troviamo con persone che intervengono in modo illegale, da non giustificare, ma sintomo di un problema gestito in modo ideologico”. “I cittadini conoscono i comportamenti da adottare – ha aggiunto Cia -. Oggi l’impegno deve essere quello di fare tutto il possibile affinché l’orso non diventi confidente. Ma la politica purtroppo non è messa nelle condizioni di adottare gli strumenti adatti. Dobbiamo garantire la sicurezza prima di tutto dei cittadini”.
Tre orsi morti avvelenati in Trentino: popolazion esasperata
Dura la nota degli animalisti di StopCasteller. “Negli scorsi mesi era stato comunicato che l’orsa F36 sarebbe morta a seguito dello scontro con un altro esemplare – si legge in una nota -. Dove sta la verità? Dopo questa infinita lista di morti sospette non vogliamo più sentirci rispondere ‘le indagini sono in corso’. L’opinione pubblica, italiana ma anche trentina, vuole chiarezza su questo episodio. Se, come sostiene la trasmissione di Rai Tre, questi esemplari sono stati vittime di bracconaggio, chi per mesi ha inneggiato a questa supposta forma di ‘giustizia fai da te’ ha una grossa responsabilità in quello che è successo e, presto o tardi, sarà chiamato a renderne conto nelle sedi opportune”.
“Il programma Rai ha dedicato tanto spazio anche ai tristissimi sviluppi della vicenda dell’orsetto Nino-M89, «ostaggio della Provincia da aprile – proseguono gli attivisti – e da mesi rinchiuso in un minuscolo recinto al Belpark di Spormaggiore, ormai completamente abituato alla presenza dell’uomo per il quale sembra aver definitivamente perso la naturale diffidenza”. “Vogliamo trasparenza anche nella vicenda dell’orsetto Nino. Vogliamo sapere come sta, quali sono le dimensioni del recinto in cui è rinchiuso, chi si occupa di lui. Quando e perché si è smesso di utilizzare tutte le accortezze necessarie a non abituarlo alla presenza dell’uomo? Sulla base di quali valutazioni scientifiche poi è stato deciso di destinarlo alla cattività a vita? Nessuna“.