Studentessa uccisa da agenti di sicurezza in Iran: pressioni sulla famiglia per nascondere la morte
Una studentessa di 20 anni, Anahita Amirpour è stata uccisa dagli agenti del dipartimento di Intelligence nella città di Borujerd, nella provincia di Lorestan, nell’ovest dell’Iran. Lo ha riferito l’Ong curda Hengaw secondo cui lo scorso 19 gennaio degli agenti in borghese avrebbero aperto il fuoco contro un veicolo, causando la morte di Amirpour e il ferimento di un altro studente che si trovava alla guida.
Chi era la studentessa uccisa in Iran
Secondo una fonte dell’Ong, gli agenti avrebbero intimato al conducente di fermarsi e uscire dall’auto, ma l’uomo avrebbe tentato di scappare, provocando la reazione degli agenti che avrebbero aperto il fuoco. Come riporta la ong, le autorità hanno fatto pressioni sulla famiglia della ragazza per convincerla a non denunciare il fatto e a confermare la versione ufficiale, secondo cui l’omicidio sarebbe una conseguenza dei disordini legati all’attentato avvenuto a Kerman.
Due membri del personale dell’ospedale Shaheed Chamran di Borujerd, dove il ragazzo è stato ricoverato e Anahita è stata dichiarata morta, sono stati convocati dal dipartimento di intelligence. I testimoni hanno ricevuto minacce affinché non contraddissero la versione dell’incidente fornita dalle autorità.
FdI: la giornata internazionale dell’avvocato dedicata agli iraniani uccisi
“Come ogni anno dal 2009, il 24 gennaio si terrà la 14a Giornata internazionale dell’avvocato in pericolo, istituita per commemorare i quattro avvocati assassinati nel Massacro di Atocha del 1977 a Madrid e per sensibilizzare le opinioni pubbliche e le autorità di tutto il mondo sui rischi e gli abusi che subiscono gli avvocati nell’esercizio dell’attività legale, in particolare quando svolta a sostegno dei diritti umani. Secondo l’Osservatorio Internazionale degli Avvocati, tra gli Stati più pericolosi per la professione forense spiccano Cina, Filippine, Iran, Pakistan, Honduras, Colombia e Messico. Ogni anno la giornata è dedicata ad un Paese specifico e se negli ultimi due anni gli Stati al centro della celebrazione sono stati l’Afghanistan e la Colombia, la Giornata degli avvocati in pericolo del 2024 è dedicata all’Iran”. Così in una nota Giulio Terzi (FdI), presidente della commissione Politiche Ue a Palazzo Madama.
Terzi (FdI): Le autorità di Teheran intimidiscono gli avvocati
“Le autorità di Teheran – prosegue Terzi – sono tristemente note, tra l’altro, per le vessazioni di cui si rendono responsabili nei confronti di avvocati che assistono casi ritenuti ‘sensibili’, in particolare quelli che concernono la difesa di attivisti per i diritti umani, donne che rifiutano di indossare il velo, sindacalisti, esponenti di minoranze oppresse. Gli avvocati che si mettono al servizio dell’attivismo per i diritti umani e per la legalità internazionale diventano essi stessi bersaglio della repressione autoritaria di regimi come quello iraniano. Tra gli strumenti a disposizione per contrastare le violazioni in questione troviamo il meccanismo internazionale delle leggi Magnitsky, attraverso le quali è possibile ritenere responsabili e sanzionare membri di governo, organizzazioni e aziende direttamente coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani”.