Strage in Iran, Israele non c’entra. L’Isis rivendica le esplosioni scatenate da due kamikaze
Israele non c’entrava nulla, e neanche gli Usa. L’Isis ha rivendicato ufficialmente con una nota pubblicata sui social la responsabilità dell’attacco di ieri a Kerman, in Iran, in occasione delle celebrazioni per la morte del generale Qassem Soleimani. Responsabili delle esplosioni, fa sapere lo Stato islamico, sono stati due kamikaze.
Strage in Iran, la rivendicazione dell’Isis
“Nell’ambito di una battaglia, con la grazia di Dio Onnipotente, i due fratelli martiri, Omar Al-Muwahid e Saifullah Al-Mujahid, si sono avviati verso un grande raduno di sciiti politeisti vicino alla tomba del loro leader morto, Qassem Suleimani, dove hanno fatto esplodere le loro cinture esplosive in mezzo alla folla, provocando l’uccisione e il ferimento di oltre 300 sciiti”, si legge nel testo di rivendicazione dell’Isis.
I controlli alla frontiera rafforzati
L’Iran rafforza i controlli al confine con Afghanistan e Pakistan, dopo che l’Isis ha rivendicato la responsabilità dell’attacco di ieri a Kerman, costato la vita a 84 persone. La chiusura delle frontiere segnala la convinzione di Teheran che dietro la doppia esplosione ci sia lo Stato islamico – Provincia Khorasan, branca dell’Isis in Afghanistan. “Abbiamo punti al confine tra Afghanistan e Pakistan il cui blocco è sono una priorità”, ha detto il ministro dell’Interno iraniano, Ahmad Vahidi. Uno degli obiettivi principali sarà quello di limitare il volume di traffico che attraversa il confine, cosa che sarà discussa con i talebani.