Sgarbi: Schlein non vuole che si citi Marinetti? Allora neanche Ingrao, che scriveva poesie sul Duce

13 Gen 2024 7:56 - di Riccardo Angelini
Sgarbi Schlein

Alla segretaria del Pd Elly Schlein ha dato fastidio la citazione di Filippo Tommaso Marinetti, padre del futurismo italiano, fatta dal capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti. Lei l’ha trovata urticante, vi ha visto infatti quelle tracce di fascismo di cui i dem vanno instancabilmente a caccia. Foti aveva tra l’altro citato una frase molto famosa: «Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle», che chiude il manifesto del Futurismo scritto da Marinetti. Autore, come annotava Il Giornale, apprezzato anche da Antonio Gramsci.

Ma non da Schlein, che vi ha visto la cupa intenzione di fare apologia. E non solo lei, veramente, visto che è ormai tristemente noto il tweet rivolto proprio alla leader dem del consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni che si lagnava del fatto che anziché farli sbavare, quelli del governo, “gli abbiamo fatto recitare Marinetti”.

Quindi è vietato anche fare il nome di Marinetti? Citarlo? Fare riferimento al suo movimento dirompente? O anche apprezzarlo? Dunque per il Pd una intollerante coltre di ispirazione woke dovrebbe ricoprire l’opera di intellettuali scomodi. Non si smentiscono mai.

In un post Vittorio Sgarbi improvvisa una strigliata alla Schlein che vale la pena di riprendere, dimostrando che il critico d’arte e sottosegretario, nonostante i guai per il quadro di Manetti che gli è stato sequestrato, non ha perso la sua vis polemica.

Eccolo: il segretario del Pd Elly Schlein in riferimento a una citazione di Tommaso Marinetti (“Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!”) fatta dal capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, ha detto che non si può citare quello che è considerato uno dei più rappresentativi artisti del Futurismo. Dovremmo dunque, per coerenza, non citare il nome di Pirandello, leggere e rappresentare a teatro le sue opere, censurare il nome di Fermi, di Marconi, di Sironi. Le ricorderò allora che, nello stesso tempo, il futuro presidente della Camera, Pietro Ingrao, scriveva poesie per esaltare Mussolini. Dovremo evitare di citarne il nome?”.

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