Medaglia a Tito, alla Camera la legge per la revoca. Le associazioni giuliano-dalmata: era ora

24 Gen 2024 19:16 - di Eugenio Battisti

Revocare ‘la vergognosa’ onorificenza al maresciallo Tito conferita nel 1969 dall’allora presidente Saragat. “È una battaglia che tutte le associazioni degli esuli portano avanti da decenni”. Così Carla Cace, presidente dell’Associazione nazionale dalmata, sulla proposta di legge, in discussione in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, che consente anche “post mortem” la possibilità di revocare l’onorificenza di cavaliere di Gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, al dittatore slavo. Un’occasione preziosa per celebrare al meglio la Giornata del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo dei giuliano-dalmati. Sulla notizia è intervenuto anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che su Facebook rivendica la necessità di riformare la legge vigente. “Giustizia per i nostri connazionali con la revoca della medaglia d’oro. Per farlo bisogna cambiare la legge. Ed è quello che stiamo facendo”.

Onorificenza a Tito, in commissione pdl per la revoca

“È assurdo che una figura controversa come quella di Tito, che storicamente sappiamo responsabile della morte di migliaia e migliaia di persone, abbia ancora queste onorificenze”, prosegue Cace. “È  stato il decisore che ha portato alla morte migliaia di connazionali. Per noi questa è una battaglia di civiltà e speriamo che l’iter si chiuda quanto prima. E che gli esuli, che hanno avuto vittime, possano tirare finalmente un sospiro di sollievo rispetto a ciò”. La richiesta, depositata in Parlamento in più legislature, è saluta con soddisfazione dalla rete diffusa di associazioni che tengono vivo il ricordo di quella tragedia, per decenni rimasta nell’oblio.

Le associazioni giuliano-dalmata: una battaglia storica

“Sarei soddisfatto a nome di tutta l’associazione, se questa proposta di legge, una volta approvata, permettesse di togliere l’onorificenza a Tito”. Parola di Renzo Codarin, presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia. “Con il giorno del ricordo anche le massime istituzioni hanno voluto ricordare cosa successe nel dopoguerra. E oggi che c’é coscienza di ciò che veramente hanno subìto gli italiani e chi non era d’accordo con l’egemonia comunista di Tito, è possibile che tutti gli italiani apprezzino la revoca dell’onorificenza. Questo è il momento buono”. La proposta di legge prevede di modificare le norme attualmente in vigore sulle onorificenze. “Ciò non vuol dire – chiarisce Codarin – creare tensioni con i Paesi che si sono succeduti alla ex Jugoslavia. Con i quali l’Italia intrattiene rapporti amichevoli”.

Al Senato l’odg per la revoca post mortem

Lo scorso luglio al Senato è passato un ordine del giorno, primo firmatario Roberto Menia di FdI, che prevede, a differenza di quanto fino ad oggi è accaduto, la revoca di onorificenze e medaglie nei confronti di persone defunte, se ritenute indegne. La beffa è che a Tito fu concessa la medaglia che si riconosce per altissime benemerenze a persone eminenti, italiane e straniere. Di solito è riservata ai capi di Stato. A uno solo è stata revocata nella storia, al presidente della Siria Assad. Puntuale è arrivata la reazione scandalizzata alla proposta di revoca della ricercatrice Alessandra Kersevan. “È inqualificabile e vergognoso che si discuta una proposta di questo tipo”, dice la scrittrice (tra gli autori del sito www.diecifebbraio.info) al centro di polemiche per tesi revisioniste sulle foibe.

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