Mar Rosso, nuovo attacco Usa contro gli Houthi: “Serve stabilità”. I miliziani: “La risposta sarà forte”

13 Gen 2024 12:02 - di Luciana Delli Colli
usa houthi

Gli Usa hanno condotto nuovi raid contro i miliziani Houthi nello Yemen all’alba colpendo una postazione radar. L’attacco è stato effettuato dalla nave da guerra statunitense Uss Carney utilizzando missili Tomahawk, ha affermato il Comando centrale di Washington. Si è trattato di “un’azione successiva contro uno specifico obiettivo militare associato agli attacchi effettuati il ​​12 gennaio, progettata per ridurre la capacità degli Houthi di attaccare navi marittime, comprese le navi commerciali”, è stato spiegato in una nota.

Gli Usa: “Il nuovo attacco contro gli Houthi per riportare stabilità nel Mar Rosso”

L’attacco è stato unilaterale, compiuto solo dagli Stati Uniti, riferisce la Cnn dopo che la Casa Bianca ha spiegato che si tratta di azioni finalizzate a evitare una escalation e un confronto diretto con l’Iran. L’obiettivo del raid, ha detto l’ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, è ”riportare la stabilità nel Mar Rosso”, ristabilendo “i principi fondamentali della libertà di navigazione”. Thomas-Greenfield ha aggiunto che gli Stati Uniti non desiderano vedere ulteriori conflitti nella regione, ma ha ribadito che ”gli attacchi a qualsiasi nave nel Mar Rosso, indipendentemente dall’origine o dalla proprietà, sono del tutto inaccettabili”.

I miliziani: “Colpita la capitale. La risposta sarà forte ed efficace”

La televisione al-Masirah gestita dagli Houthi ha sostenuto che i raid hanno colpito la capitale Sana’a e in particolare la base dell’aeronautica Al-Dailami. “Il nemico anglo-americano sta prendendo di mira la capitale Sana’a con una serie di attacchi aerei”, è stato l’annuncio fatto dalla tv in mattinata. Il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, citato da al-Arabiya, ha detto che nel raid non si sono registrate vittime e ha sostenuto che i raid aerei non hanno un impatto significativo sulla capacità dei miliziani di impedire alle imbarcazioni vicine a Israele di attraversare il Mar Rosso e il Mar arabico. Abdulsalam, poi, ha promesso ”una risposta forte ed efficace” all’operazione americana.

Londra avverte l’Iran: “La pazienza sta per finire”

Sul caso è tornato a intervenire anche l’Iran, al quale si è rivolta Londra affinché convinca i miliziani sciiti a “fermarsi e desistere”, perché “la pazienza sta per finire”. ”Dai ribelli houthi in particolare non può venire nulla di buono”, ha affermato il ministro della Difesa britannico Grant Shapps in un’intervista al Telegraph, aggiungendo che la reazione della Gran Bretagna, al fianco degli Usa nello Yemen, è di “legittima difesa”. Ed è per questo che si è unita agli Stati Uniti nei in raid in Yemen.

Teheran: “Invece di attaccare lo Yemen, gli Usa smettano di sostenere Israele”

Con un post su X  il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian ha sostenuto che ”piuttosto che attaccare lo Yemen, la Casa Bianca dovrebbe immediatamente interrompere il suo totale sostegno militare e di sicurezza a Tel Aviv contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania, affinché la sicurezza ritorni nell’intera regione”.

Petraeus: “Difficile dire se i raid Usa contro gli Houthi allargheranno il conflitto”

Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex direttore della Cia David Petraeus ha spiegato di ritenere “i rischi di escalation già sostanziali, ma – ha chiarito – dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso”. “Continuo a dubitare – ha aggiunto – che l’Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l’escalation c’è, come pure in Iraq e in Siria”. Per Petraeus, poi, è “difficile” dire in questo momento se i raid Usa e degli alleati contro gli Houthi in Yemen potranno allargare il conflitto.

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