La Parolina – Trevinano

30 Gen 2024 0:01 - di Redazione

La Parolina
Via Giacomo Leopardi, 1 – 01021 Trevinano
Telefono: 0763/717130
Sito Internet: www.laparolina.it

Tipologia: ricercata
Prezzi: antipasti 25€, primi 25€, secondi (percorsi) 35/50€, dolci 20€
Chiusura: Lunedì e Martedì; dal primo Novembre a Pasqua Domenica a cena

OFFERTA
È sempre un piacere venire in questo ristorante, nonostante le quasi 2 ore di macchina necessarie per raggiungerlo dalla Capitale che prevedono pure 2 chilometri di strada sterrata dopo l’uscita Fabro dell’A1, perché ci si immerge in un’atmosfera rilassata coccolati da una cucina di livello, che anche quest’anno ha confermato quanto di buono scrivemmo nella scorsa edizione della guida. Il menù è snello e prevede la possibilità di ordinare à la carte antipasti e primi, con i secondi che qui sono chiamati “percorsi” in quanto prevedono più preparazioni incentrati su un ingrediente (manzetta maremmana, piccione, coniglio leprino e i pesci del Lago di Bolsena); ci sono pure due proposte degustazione da 100 e 150 euro, rispettivamente la “Tuscia nel piatto” ed “Emozioni”. Deliziosa l’accoglienza affidata ad originali cantucci salati, taralli, grissini, mini-pagnotta di farro della Valle del Paglia accompagnati da un finto burro ottenuto con emulsione di olio e ceci (invero piuttosto deludente). È stata poi la volta di un grande classico di Iside De Cesare, l’ottimo caviale di lenticchie nere cotte nel brodo di pesce e servite su cremoso di patate e limone candito, seguito da un eccellente gelato di ceci con cialda dello stesso legume terminato al tavolo con un filo di olio EVO. La nostra esperienza è proseguita con quattro interpretazioni di verdure: il pomodoro, ovvero tre varietà di pomodoro servite con gelato di panzanella e terminato al piatto con zuppetta di datterino e cocomero, la zucca proposta come caponata agrodolce con soffice alla mandorla e vinaigrette ai pinoli, la cipolla cotta al forno e poi bruciata servita con fondo di cipolla, lavanda e miele, e la lattuga, unica preparazione che non ci ha entusiasmato in quanto sciapa, brasata con uvetta, pinoli e olive di Gaeta. Si risale subito con lo strepitoso risotto allo zafferano e zenzero con sorbetto al limone e sale per un riuscitissimo gioco di temperature; lo abbiamo preferito ai pici di farro all’aglione con pomodoro piastrato e polvere di liquirizia, in quanto caratterizzato da una tendenza dolce non contrastata a dovere. Impeccabile l’interpretazione del piccione, servito in due momenti: prima lo spiedo di petto arrostito (millimetrica la cottura) con ristretto di lamponi accompagnato da cremoso di patate al burro, poi la coscia ripiena, il paté di fegatini ospitato fra due cialde e l’ala dorata con panure al rosmarino. La deliziosa scaloppa di foie gras su pan brioche e salsa al frutto della passione ha annunciato la golosa pesca cotta in vaso cottura sormontata da mousse di nocciola, nocciole intere, sorbetto alla pesca e salsa di passion fruit, quest’ultima a nostro avviso dosata con eccessiva parsimonia e quindi non sufficiente a donare l’auspicata acidità al piatto. Coreografica come al solito la chiusura affidata alla tavolozza con la cartina del Bel Paese (Italia squisita) con collocati mini assaggi in omaggio alle tradizioni dolciarie regionali, seguita da un buon caffè, ben estratto e di media complessità.

AMBIENTE
Le grandi vetrate dell’unica sala mostrano la valle con il Monte Amiata sullo sfondo in tutta la sua bellezza. Ben distanziati i tavoli generosamente dimensionati e apparecchiati di tutto punto. L’atmosfera che ne risulta è rilassata ed elegante.

SERVIZIO
Cortese e preparato.

Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net

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