La miniserie su Dino Grandi battuta dal Grande Fratello. Parlato: per forza, molti errori e molta noia

30 Gen 2024 14:29 - di Vittoria Belmonte
Dino Grandi

Alla fine la miniserie La lunga notte, sulla caduta del fascismo e di Mussolini con l’ordine del giorno Grandi del 25 luglio 1943 è stata battuta dal Grande Fratello. E non c’è da meravigliarsi: perché se la storia è raccontata in termini troppo didascalici, e a volte caricaturali, il pubblico cambia canale. O al limite prende un buon libro da leggere (c’è sempre un’alternativa al Grande Fratello).  Si diceva che la storia va trattata con cura, anche quando deve fare spettacolo (cioè ascolti). Soprattutto se si vuole fare storia a tesi – cioè una miniserie sul fascismo ma rigorosamente antifascista – occorre un certo garbo nel mettere in scena eventi tragici e al tempo stesso complessi.

Alessio Boni e il saluto romano

Diciamo allora subito che tutto il contorno retorico con cui la miniserie è stata accompagnata emanava l’odore stantìo del deja vu. Alessio Boni, attore, che dice che le è costato molto fare il saluto romano. Ma come, un attore cui costa molto recitare? Non si intravede forse in questa dichiarazione un mettere le mani avanti per dire: guardate che interpreto Grandi ma io, insomma, sono perfetto nel ruolo di partigiano. Abbiamo dunque un Grandi antifascista a sua insaputa, così come il re Vittorio Emanuele III detto Sciaboletta. Una monarchia trepidante per le sorti dell’Italia  – tanto che si diedero tutti alla fuga dopo l’8 settembre 1943 – e un Benito Mussolini, bè, sul quale conviene aprire una parentesi.

Nessun attore convincente nei panni di Mussolini

Intanto, nessun attore è mai stato convincente nei panni di Mussolini. Tutti hanno virato sul caricaturale. Chissà come mai, non si è riusciti nel cinema italiano ad avere un’interpretazione all’altezza della tragicità del personaggio, come ad esempio avvenuto col film La Caduta in cui un magistrale Bruno Ganz interpreta Hitler. Ma certo, nel caso di cui ci occupiamo, anche la sceneggiatura ci ha messo del suo nel rendere il capo del fascismo una sorta di macchietta, tutto preso dagli amplessi con Claretta (dipinta come una squillo arrivista) per dedicarsi ai destini d’Italia solo per telefonare all’Ovra e ordinare questo o quell’altro omicidio. Che dire? Bè intanto che non vedremo la seconda puntata.

Le consulenze storiche

Anche sulle consulenze storiche un suggerimento va dato: ma visto che Paolo Nello, scuola defeliciana, ha studiato in maniera specifica Dino Grandi e il 25 luglio perché non affiancarlo al pur brillante Pasquale Chessa?

Ma chi siamo noi per dare un giudizio storico? Dunque ci affidiamo a uno storico dell’età contemporanea, Giuseppe Parlato, che ha visto il primo episodio de La lunga notte e ne ha ricavato un’impressione negativa. “Non ce l’ho fatta a vederla fino alla fine, era noiosa, sbagliati i tempi, mi sono addormentato, lo confesso”.

Parlato: è noiosa, la verità storica lascia a desiderare

“Sulla verità storica – aggiunge Parlato – molte cose lasciano perplessi, a cominciare dall’aggressione alla moglie di Grandi, di cui ho appreso da questa fiction. Mai saputo… E ancora: il re si chiama ‘maestà’ non ‘altezza’. Quello è il titolo del principe ereditario e qui siamo proprio all’abc”. Quanto a Mussolini “lo rappresentano come un satiro rincoglionito, direi che non ci siamo. Rachele Mussolini la presentano come una priva di personalità che prende le botte dal marito mentre io penso che fosse il contrario”.

Ma Grandi, almeno, è messo a fuoco? “Grandi era un uomo freddo e abile. E’ davvero difficile credere che uno dopo aver fatto il ministro degli Esteri per un sacco di tempo viene convinto dalle botte prese dal suo amico che la situazione è complicata. Tra l’altro, Mussolini conosceva l’ordine del giorno di Grandi e dunque per lui non fu una novità. E’ vero, infine, che Grandi  fu raggirato dal re e dal duca di Acquarone”.

Commenti

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  • Stefano 30 Gennaio 2024

    Mi sono sempre chiesto come queste vicende siano state viste da destra, soprattutto dagli esponenti del vecchio Msi, compresa la Repubblica Sociale

  • Maria Luisa 30 Gennaio 2024

    A me, che non conoscevo bene questo periodo della Storia non è dispiaciuto, anche se devo dire che sono d’accordo sul fatto che sia la Petacci che Rachele Mussolini non sono state rappresentate come sicuramente erano.
    In ogni caso, l’ho trovato molto meno squallido del Grande fratello.

  • Avast 30 Gennaio 2024

    La verità è che la beata ignoranza la spunta sempre

  • renato 30 Gennaio 2024

    Una presa in giro Grandi è stato un traditore hanno presentato Mussolini come un pagliaccio cosa insopportabile una serie per far piacere alla sinistra da non vedere assolutamente.

  • renato deho 30 Gennaio 2024

    Come buttare i soldi pubblici… e noi paghiamo!