La minaccia degli Houthi: “Ora obiettivi legittimi tutti gli interessi Usa e britannici”
Non si fa attendere la replica degli Houthi ai raid di questa notte condotti sullo Yemen con missili Tomahawk e aerei da combattimento Thyphon da una coalizione guidata da Usa e Gran Bretagna e composta da Australia, Canada, Paesi Bassi e: “tutti gli interessi americani e britannici sono diventati obiettivi legittimi in risposta alla loro aggressione diretta e dichiarata”, avvertono gli Houthi in una dichiarazione riportata dai media arabi.
L’Italia “è stata avvertita dagli alleati” del raid contro le postazioni Houthi in Yemen “con diverse ore di anticipo, ma non gli è stato chiesto di prendere parte all’operazione militare”, puntualizzano, intanto, fonti di Palazzo Chigi, spiegando che a Roma è stato sottoposto lo statement messo nero su bianco per dare il via all’attacco lanciato da Usa e Gran Bretagna dopo che i miliziani appoggiati dall’Iran hanno sfidato il monito a non proseguire i loro raid nel Mar Rosso.
Ma l’Italia ha scelto di non sottoscriverlo.
Roma – operativa nella missione Atalanta con una sua fregata – continua a lavorare per tenere bassa la tensione nel Mar Rosso ed è impegnata nella coalizione europea per garantire la libera circolazione delle navi, rimarcano le stesse fonti.
Dura la condanna di Mosca “alle azioni irresponsabili degli Stati Uniti e dei suoi alleati”.
In un briefing con i giornalisti, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha detto “siamo preoccupati che la posizione statunitense al Consiglio di sicurezza dell’Onu nel Mar Rosso sia solo un pretesto per un’ulteriore escalation delle tensioni nella regione”.
Secondo Zakharova, un’escalation militare su larga scala nel Mar Rosso potrebbe invertire i trend positivi che sono emersi di recente nel processo di pace nello Yemen, così come potrebbe “provocare una destabilizzazione della situazione nell’intera regione del Medio Oriente”.
“Come avevamo avvertito – ha continuato la portavoce russa – per giustificare la loro aggressione, gli anglosassoni stanno cercando di utilizzare la Risoluzione 2722 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con il pretesto di garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso. Gli americani utilizzano da tempo questi metodi assolutamente spregiudicati e illegali”.
“Riteniamo che questa avventura delle forze illegali della coalizione rappresenti una minaccia diretta alla pace e alla sicurezza globale. – ha aggiunto la Zakharova . – Guidati da questa consapevolezza, abbiamo chiesto la convocazione urgente di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove esprimeremo le nostre valutazioni di principio su queste azioni illegali”.
In una dichiarazione congiunta, Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Gran Bretagna e Stati Uniti, sostengono che i raid sono avvenuti “in risposta ai continui attacchi illegali, pericolosi e destabilizzanti degli Houthi contro le navi, anche commerciali, che transitano nel Mar Rosso”.
“Questi raid di precisione – dicono i paesi della coalizione che questa notte ha compiuto i raid in Yemen – sono tesi a degradare e distruggere le capacità degli Houthi di minacciare il commercio globale e le vite dei marittimi internazionali in una delle vie più cruciali del mondo”.
L’Olanda conferma la partecipazione di un suo ufficiale, su richiesta di Washington e Londra, ai raid condotti la notte scorsa da Stati Uniti e Gran Bretagna contro obiettivi degli Houthi nello Yemen.
In una comunicazione pubblica, il governo ha spiegato che l’obiettivo dell’operazione è di de-escalare la tensione nel Mar Rosso, dove i ribelli sostenuti dal’Iran attaccano da settimane le navi di passaggio nell’area.
Dal canto suo la Giordania, attraverso il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, lancia accuse contro Israele sostenendo che rischia di trascinare il Medio Oriente in una guerra regionale.
Secondo Safadi, Israele sta guidando il Medio Oriente nella “fornace di una guerra regionale” che minaccia la sicurezza e la stabilità dell’area.
Citato dal Times of Israel, il capo della diplomazia di Amman ha chiesto alla comunità internazionale ha chiesto “di assumersi le proprie responsabilità e fermare l’aggressione e l’arroganza israeliana”, sostenendo che in caso contrario “permetterà al primo ministro israeliano (Netanyahu, ndr) e ai ministri dell’estremismo, dell’odio e del razzismo nel suo governo” di trascinare la regione in una guerra su larga scala.
Nelle prossime ore è prevista una “enorme” manifestazione a sostegno degli Houthi a Sana’a, la capitale dello Yemen, dopo i raid americani e britannici della scorsa notte, ha rivelato l’emittente iraniana Press Tv.