La Ferragni fa la gnorri e plaude al ddl beneficenza, Codacons furioso: farebbe meglio a tacere 

26 Gen 2024 15:56 - di Giulia Melodia
Ferragni

La nuova strategia comunicativa della Ferragni non convince il Codacons che, senza girarci troppo intorno, a suon di sottolineature e recriminazioni, stronca parole e  toni usati dall’influencer per commentare il cosiddetto ddl Ferragni: il pacchetto di norme finalizzate a rendere più trasparente la beneficenza che il Consiglio dei ministri ha appena approvato, con tanto di misure più stringenti anche per testimonial e influencer. Un via libera su cui l’imprenditrice digitale finita nel mirino delle inchieste della Procura di Milano, ha prontamente detto la sua uscendo dal riserbo in cui si era auto-relegata dopo scandali, denunce e inchieste.

Ferragni commenta il ddl beneficenza: “Evita di cadere in errore”. Il Codacons non ci sta: «Farebbe meglio a tacere»

«Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo. Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali», ha prontamente dichiarato l’influencer quasi a voler ribadire la linea dell’errore inconsapevole nel tentativo di ribadire, implicitamente, l’errore di comunicazione, della svista per “leggerezza” all’origine del disastro e della sostanziosa beffa. Una via di fuga esperita già nella prima ora dalla Ferragni con il fatidico video-messaggio di lacrime e scuse a cui, come noto, è seguita la fase di silenziosa espiazione, punteggiata solo dalle indiscrezioni sulle inchieste e dalla fuga di massa di sponsor e follower.

L’associazione a gamba tesa su toni e parole del commento dell’influencer

Ma il Codacons non ci sta. E dimostra a chiare lettere – con una reprimenda tutt’altro che meramente interlocutoria – di non aver affatto gradito l’ultimo exploit della Ferragni, intervenendo su parole e toni utilizzati a detta dell’associazione dei consumatori a sostegno di una strategia di distrazione di massa che se non punta all’assoluzione social, di sicuro mira a far finta che nulla sia successo. E che semmai, se qualcosa di compromettente dovesse spuntare nuovamente fuori, sarebbe da addebitare a un gap di comunicazione, a un vulnus dettato dall’ingenuità. «Questo disegno di legge – incalzava allora ieri la Ferragni plaudendo al ddl – consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, Ma dall’altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura essere accusato di commettere un’attività illecita».

Ferragni, il Codacons al contrattacco: dalla Ferragni «dichiarazione aberranti»

Una scelta di parole non puramente casuale, quella operata dall’influencer, che il Codacons non solo rispedisce al mittente. Ma che, nel sanzionarne intenzioni e rimandi, finisce all’indice, innescando una reazione veemente e commenti risentiti. «Le dichiarazioni odierne di Chiara Ferragni in merito al ddl sulla beneficenza sono “aberranti” e dimostrano come l’influencer non abbia minimamente compreso la gravità delle sue azioni», afferma netta l’associazione, commentando le affermazioni dell’imprenditrice.

«Dimostra come l’influencer non abbia compreso il significato di truffa aggravata»

Anzi, di più: secondo il Codacons «la Ferragni farebbe meglio a tacere e a chiedere scusa agli italiani». Perché «parlare di mero “errore” dinanzi a un illecito accertato dall’Antitrust con una multa da un milione di euro, e a indagini a tutto campo della magistratura per quello che i pm definiscono un “sistema” ripetuto nel tempo per sfruttare la beneficenza a fini di profitto, è semplicemente vergognoso. E dimostra come l’influencer non abbia compreso il significato di truffa aggravata, convinta che tutto possa essere ricondotto a un leggero e insignificante errore».

Codacons-Ferragni, tensione alle stelle

La conclusione poi è ancora più severa. A questo punto – chiosa il Codacons che passa al contrattacco – dovremo chiedere misure cautelari a suo carico come l’inibizione di qualsiasi attività commerciale e il sequestro dei suoi social per evitare che compia altri illeciti». E lo scontro, se possibile, si aggiorna e si inasprisce ulteriormente…

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