Infastidito dal tintinnio delle chiavi: l’assurda scusa del detenuto straniero che ha aggredito a bastonate un agente

3 Gen 2024 12:35 - di Martino Della Costa
detenuto

Si è infastidito per il tintinnio rumore delle chiavi: tanto è bastato perché un detenuto straniero aggredisse brutalmente a bastonate un agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Civitavecchia. L’uomo in divisa, su cui l’aggressore ha infierito con un arma rudimentale, ricavata da una sedia, assalito mentre stava aprendo le celle per consentire ai detenuti di uscire all’aperto nel cortile, è stato assalito al collo dallo straniero in cella perché sarebbe stato «disturbato mentre dormiva»…

Civitavecchia, detenuto aggredisce a bastone un agente

Sì, perché questa è la ricostruzione resa da Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), del grave episodio di violenza avvenuto ieri nel carcere “Giuseppe Passerini” di via Aurelia Nord. Un racconto che ripercorre una dinamica agghiacciante dell’evento che segna l’ennesima aggressione a un agente nell’esercizio delle sue funzioni. «L’Agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Civitavecchia, ieri mattina, stava facendo il suo lavoro – spiega allora Somma –. Ovvero, stava aprendo le celle ai detenuti per consentire loro di recarsi nel cortile dei passeggi. Ma al rientro nella sua postazione ha subìto la vile e proditoria aggressione da parte di un detenuto straniero perché aveva fatto rumore con le chiavi e lo aveva disturbato mentre dormiva. Allucinante!»…

Detenuto aggredisce un agente: il folle pretesto del rumore delle chiavi…

Non solo. Somma evidenzia che «il detenuto, che si era nascosto nel pantalone un rudimentale bastone, ricavato da una sedia, ha preso per il collo l’agente e si è poi barricato in cella minacciando di darle fuoco. Tanto che anche gli altri ristretti della Sezione non lo volevano più lì con loro. Per tutta la mattinata si è attivata una fondamentale opera di persuasione e mediazione da parte del personale di Polizia Penitenziaria che, seppur in poche unità, hanno saputo fronteggiare la tensione che montava sempre più – prosegue Somma –. Ma che ha poi permesso, in tarda mattinata, di farlo retrocedere dalle sue violente e folli intemperanze, assegnandolo poi in un altro Reparto detentivo». Un ultimo caso, quello di ieri a Civitavecchia, che rinnova l’allarme del settore. Allarme puntualmente rilanciato.

Le proposte del sindacato per “interventi strutturali” nel settore

Per Donato Capece, allora, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, «servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine. Come nel caso del detenuto protagonista delle ore di follia a Civitavecchia, potrebbe già essere una soluzione. Ma anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario».

L’omaggio al coraggio e allo spirito di servizio dei poliziotti penitenziari

Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari del carcere “Giuseppe Passerini” di via Aurelia Nord, mette infine in luce un rilievo che ritorna ciclicamente nelle proteste sindacali: «Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori».

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