Foti: “Nessuna Opa sul centrodestra, serve buon senso: il vento spira per FdI”
Nel dibattito in corso sulle candidature alle regionali FdI non sta lanciando una “Opa” sul centrodestra, sta semplicemente chiedendo di “andare incontro agli elettori”. A chiarirlo è stato il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, ricordando che “il vento spira verso FdI” ed è “ragionevole” tenerne conto. Da qui l’appello a far “prevalere il buon senso”, in particolare rispetto al caso Sardegna, che sta animando il confronto all’interno della coalizione.
Foti: “L’Opa di FdI sul centrodestra è una teoria senza fondamento”
Ricordando che in Sicilia il partito fece un passo indietro su Musumeci, Foti ha chiarito in un’intervista ad Avvenire che “in Sardegna Truzzu non è la spada di Brenno gettata sul piatto della bilancia, è il candidato scelto a larga maggioranza”. Quelle sull’Opa, dunque, sono “teorie senza fondamento”, anche perché “un’Opa non si lancia chiedendo ragionevolezza sul candidato in Sardegna”. Anche le illazioni sull’eventuale candidatura di Giorgia Meloni alle europee come ulteriore prova di forza nei confronti degli alleati sono prive di fondamento: il partito auspica una candidatura della leader, un fatto “ovvio”, ma ha la scelta – ha ricordato Foti – è “solo sua” ed “è assurdo pensare che il livello di coinvolgimento di Meloni nella campagna elettorale cambi di intensità o di impatto in base alla sua presenza in lista”. Si tratta, inoltre, di un dibattito che allo stato attuale non ha ragione: “Mancano sei mesi al voto e FdI nemmeno ha iniziato la discussione sulle liste”, ha chiarito.
La legge elettorale dopo il premierato
Il presidente dei deputati di FdI, quindi, si è soffermato sul tema delle riforme e delle eventuali modifiche al premierato sulle quali il centrodestra ha avviato una riflessione. “Porteranno ad avere un premier davvero eletto dai cittadini, senza annacquamenti e mandando in pensione i giochi di palazzo. Le modifiche andranno in questa direzione: rendere effettiva e concreta la scelta dei cittadini”, ha chiarito Foti, spiegando anche che “la legge elettorale arriverà dopo il varo definitivo della legge costituzionale. Non si ripeterà quanto accaduto con Renzi, quando c’era una legge elettorale ma non c’era ancora la riforma della Carta che doveva giustificarla”.
“Chi ricopre incarichi pubblici non può consentirsi leggerezze”
Poi, rispondendo a una domanda di Marco Iasevoli che firma l’intervista sulla presunta inadeguatezza della classe dirigente di FdI, anche in relazione al caso Pozzolo e al richiamo alla responsabilità di tutti da parte del premier, Foti ha spiegato che quel passaggio della conferenza stampa di inizio anno “riguardava sia i comportamenti politici sia quelli individuali”. “Non c’è bisogno di un’azione specifica del partito, dobbiamo semplicemente ricordare tutti che chi ricopre incarichi pubblici non può consentirsi alcun tipo di leggerezza”, ha chiarito, rivendicando che FdI ha portato in Parlamento personalità come Tremonti e Pera e al governo Nordio, Schillaci, Calderone. “Abbiamo dimostrato di capire molto bene la responsabilità di governare. Il tema – ha precisato Foti – è che FdI è cresciuta tanto e in fretta e può esserci il caso in cui qualcuno avverte meno il senso di responsabilità”.
La vicenda Cospito dietro agli attacchi a Delmastro
Quanto all’accanimento dell’opposizione nei confronti di Delmastro, Foti ha spiegato che il sottosegretario “dà fastidio perché la vicenda Cospito, la cui protesta improvvisamente è sparita nel nulla, ha mostrato un Pd molto attento a verificare misure detentive che servono a contrastare le mafie. Sia chiara una cosa: con la destra di governo non ci sarà mai nessun arretramento sul 41-bis”.
Foti: “È una vergogna che non ci sia giustizia per Acca Larenzia, la chieda anche la sinistra “
Infine, una riflessione su Acca Larenzia, rispetto alla quale Foti ha ribadito l’estraneità di FdI al Presente e dunque l’illogicità delle richieste di prendere le distanze. “I saluti romani – ha poi aggiunto – sono un modo sbagliato di ricordare quei poveri ragazzi uccisi e per i quali da 46 anni si attende giustizia. Ripeto: è un modo sbagliato di protestare per una causa giusta. Perché è una vergogna che ad oggi non ci siano i colpevoli, ed è una vergogna che la sinistra voglia dare lezioni morali, ma poi si rifiuti di chiedere la verità su quella strage. Quanto accadde 46 anni fa, lo si ricordi, portò molti militanti di destra verso la lotta armata. E ancora oggi la mancata giustizia è il seme della ribellione”. Anche la sinistra, ha quindi sottolineato Foti, “dovrebbe far propria” la richiesta di giustizia, “anziché reclamare, come ha fatto Schlein, provvedimenti di scioglimento di formazioni neofasciste che nemmeno loro, quando hanno governato, hanno portato a compimento, essendo evidente l’impossibilità di procedere in tal senso a fronte di manifestazioni occasionali”. Dunque, “non si tiri in ballo il presidente del Consiglio, così come in passato, a fronte di analoghe manifestazioni, non sono stati tirati in ballo Prodi o Conte”.