Fa il quadro e lo chiama “cacca larenzia”. Poi si lamenta: mi insultano. Voleva forse una medaglia?
Minacce di morte per l’opera antifascista “Cacca Larentia defascistizziamoci ” realizzata da Cristina Donati Meyer di fronte la sede di Fratelli d’Italia a Milano. Lo denuncia la stessa street artist in una nota. In seguito alla realizzazione del murale e alla notizia apparsa su diversi siti e quotidiani, “sono giunte, a decine, minacce di morte e insulti sessisti sui profili social”.
“L’opera, rappresentante una selva di braccia tese nel saluto romano, sui quali viene spruzzata vernice arcobaleno, era ovviamente dedicata all’adunanza neo fascista di Acca Larentia. L’intervento ha scatenato gli haters littori e nostalgici, adulatori di busti e celtiche” si legge. “Sto riflettendo se denunciare o meno i profili degli odiatori e le minacce di morte, ma sono ancora memore di ben 30 denunce penali contro haters, formalizzate pochi anni fa e tutte archiviate. Allora si trattava dei seguaci di Salvini, istigati da un post del loro capo”, ha dichiarato l’artista-attivista.
La street artist era assurta all’onore delle cronache per un’opera raffigurante due bambini intenti ad orinare sugli stivali di un Matteo Salvini nelle vesti di un gerarca fascista. Titolo: “Una pisciata vi seppellirà”. Insomma trattasi del caso di una che fa politica e propaganda a suon di provocazioni artistiche che sottintendono offese infami ma che, per esse, pretende di non essere contestata. Quanto ad Acca Larenzia, tutti sanno che si tratta del nome di una via che evoca una strage impunita di ragazzi giovanissimi. Oltraggiare quel nome è un’offesa alle vittime. E non c’era certo da aspettarsi una medaglia.