Ex Ilva, salta il tavolo con ArcelorMittal. Il governo: non vogliono investire, ne prendiamo atto

8 Gen 2024 20:06 - di Redazione

Salta l’accordo per la ricapitalizzazione con ArcelorMittal sull’ex Ilva di Taranto. “La delegazione del governo ha proposto ai vertici dell’azienda la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia. Unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva. Il governo ha preso atto della indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale». Così una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice al quale hanno preso parte i ministri Giorgetti, Fitto, Urso, Calderone, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano per il governo e il Ceo Aditya Mittal.

Ex Ilva, salta l’accordo tra governo e ArcelorMittal

Slitta quindi a giovedì 12 gennaio l’incontro con le organizzazioni sindacali previsto per domani. Fim Fiom e Uil, in una nota unitaria, hanno definito gravissima l’indisponibilità di Mittal, “soprattutto di fronte alla urgente situazione in cui versano oramai i lavoratori e gli stabilimenti. Si conferma la volontà di chiudere la storia della siderurgia nel nostro Paese”.

Ugl: speravamo in una svolta definitiva

Delusione per lo stop è stata espressa anche dall’Ugl. “Doveva essere la giornata decisiva per il tanto atteso incontro tra governo e vertici ArcelorMittal a Palazzo Chigi sulla vertenza ex Ilva o Acciaierie d’Italia. Ci aspettavamo una svolta definitiva. Purtroppo ciò non è avvenuto”, commenta Antonio Spera, segretario nazionale Ugl Metalmeccanici. “Speravamo – continua –  che oggi si raggiungeva un accordo diverso dagli anni passati. E che l’azienda poteva contribuire a produrre acciaio con un nuovo piano industriale e un nuovo assetto societario. Ora la questione si mette tutta in salita”.

Slitta a giovedì l’incontro con i sindacati

Dall’incontro di giovedì i sindacati si attendono dal governo “una soluzione che metta in sicurezza tutti i lavoratori. Compresi quelli dell’indotto. E garantisca il controllo pubblico, la salvaguardia occupazionale, la salute e la sicurezza, il risanamento ambientale e il rilancio industriale”. A questo punto si potrebbe riaprire lo scenario dell’amministrazione straordinaria. Di sicuro non sarà semplice arrivare a una soluzione ‘pacifica” e la via del contenzioso rischia di complicare ogni scelta del governo. Sul tavolo resta sempre la possibilità di arrivare all’amministrazione straordinaria su richiesta del socio pubblico. Un’ipotesi alternativa è il ricorso alla composizione negoziata di crisi. Una procedura stragiudiziale che consente di attivare misure protettive a tempo per evitare che i creditori aggrediscano il patrimonio. Nelle intenzioni del governo c’è l’individuazione di un partner industriale che possa subentrare. Da mesi ormai si fa il nome di Arvedi o di altri acciaieri del Nord.

FdI: Italia Viva ha sempre difeso Mittal

L’opposizione non perde occasione per mettere alla sbarra il governo. Se per il verde Angelo Bonelli era già tutto previsto, Italia Viva si distingue per gli attacchi e parla – come fa la senatrice Raffaella Paita- di governo che brancola nel buio. “La Paita sbraita. Lei e Renzi hanno sempre difeso Mittal e osteggiato chi voleva prendere atto della realtà”, commenta il senatore di FdI Matteo Gelmetti. “È proprio per questo da mesi attaccano il ministro Urso. Che invece aveva proprio come unico faro la tutela dell’interesse nazionale e della siderurgia italiana. Ora finalmente si prende atto che il socio privato non ha alcuna intenzione di investire. Basta rileggere cosa prevede il decreto Ilva voluto proprio da Urso per capire chi fa politica industriale a tutela dell’Italia e chi agisce sempre per conto terzi (a pagamento)”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *